di FRANCO MANZITTI

A Genova, in una assolata domenica di ottobre salgono tutti, sindaci, prefetti, armatori, editori, architetti, la cosidetta hig society genovese, nel ridente paesino di Sant’Olcese, arroccato tra la Valpolcevera e la Valle Scrivia, celebre per la produzione del salame.

Sono vestiti di scuro e sfilano da grandi personaggi quali sono per le viuzze del paesino in pompa magna. C’è la cerimonia di investitura dei nuovi “protettori del salame”, con tanto di inchini e consegna del bastone. Quest’anno tocca a personaggi come l’astronauta Franco Malerba, il figlio di Renzo Piano, Carlo, il presidente della Sampdoria, Marco Lanna, l’armatrice Alessandra Grimaldi, il prefetto di Genova Renato Franceschelli, l’ex sindaco di Milano e oggi onorevole Albertini.

E i “protettori” già nominati assistono compunti, dal sindaco Marco Bucci, al principe Cesare Castelbarco, all’ infettivologo superstar Matteo Bassetti, al marchese Giacomo Cattaneo Adorno, all’armatore e presidente di Assoarmatori, Stefano Messina e a tutti gli altri vip che dal 2011 sono stati insigniti dell’onorificenza con relativi salami in dono, che sta diventando il nuovo vero status symbol genovese.

Non manca nessuno alla festa che praticamente segna la fine dell’estate e celebra, tra fette di salame e fiumi di vino, una specie di nuova alleanza. La “Confraternita del salame” se la inventò una delle piccole aziende produttrici del gustoso prodotto per lanciarsi sul mercato e in poco tempo è diventata uno stemma, un cursus honorum, a cui non si può sfuggire.

Altro che Rotary, logge massoniche più o meno segrete, club riservati, circoli esclusivi di una città capitale dell’understatement, dove ancora oggi per entrare in certi ambienti bisogna aspettare e rischiare sonore e clamorose bocciature, come allo Yacth Club, dove dominavano Gianni Agnelli e Tronchetti Provera.

O al Circolo Tunnel, dove recentemente la bocciatura di un uomo di fiducia del sindaco, l’avvocato, presidente della società Porto Antico, Mauro Ferrando, ha scatenato uno scandalo.

O ancora il Casino dei Nobili, noto per l’esclusione del sesso femminile tra i suoi iscritti e che proprio in questi giorni discute perché è stato scelto come sede di un ricevimento natalizio e un “fronte femminile” delle invitate contesta la scelta, considerata la sua storica “misogineità”.

Qui ora o sei “protettore” del salame o sei tagliato fuori dai giri che contano.

Ecco verso la fine del 2023 , tra goliardia e un po’ di agroturismo casareccio, che a Genova, la Superba, è così incominciata l’”Età del salame”, che organizza un’altra gerarchia non solo di vip, ma più in generale di una società che sta cambiando vorticosamente.

Nell’età del salame Genova è, però, pur sempre  la città più vecchia d’Italia, con un rapporto tra sessantacinquenni e quattordicenni, che è un indice molto pericoloso per l’assetto in prospettiva della popolazione.

Genova, oltre a essere la più vecchia (un giovane ogni quattro over 65) è ancora la più cara, con l’inflazione che picchia forte secondo gli ultimi rapporti dell’Istat.

Malgrado questi dati preoccupanti, aggiunti a un bilancio demografico, che non si inverte e che sarebbe ancora più preoccupante, se si sottraessero ai 531 mila abitanti, i 40 mila immigrati, l’immagine di oggi è vincente per come la presentano gli amministratori genovesi e liguri.

“Il sentiment della città è cambiato – continua a ripetere il sindaco Marco Bucci – ora c’è speranza di rilanciarsi, di diventare una grande capitale mediterranea, mentre prima l’obiettivo era di gestire il declino”.

L’allusione è all’ultima amministrazione di centro sinistra, quella del “marchese rosso”, Marco Doria, eletto dopo Marta Vincenzi. E a capo di una maggioranza di centro sinistra, tendente alla sinistra-sinistra, inventata da Don Gallo e da un gruppo di amici tra i quali le teste pensanti della città spesso definita “la roccaforte rossa” per la inespugnabilità dimostrata in quasi quaranta anni di gestione.

Tra questi l’ex campione di pallanuoto e grande avvocato, Alessandro Ghibellini, lo statistico Paolo Arvati, lo storico dell’arte e ex raffinato amministratore, Sivio Ferrari, il direttore del Teatro Stabile Carlo Repetti….

Bucci & C. non solo sono convinti di avere capovolto, con la vittoria del 2017, le sorti della Superba, uscita un po’ imbalsamata dai cinque anni di Doria. Il colpo di grazia al vecchio sistema era stato l’operazione di ricostruzione del ponte Morandi, crollato il 24 agosto 2018, esattamente un anno più due mesi dopo l’insediamento della giunta Bucci.

Con quella svolta i nuovi amministratori avevano lanciato il “metodo Genova”, rapidamente tramutato in uno slogan di successo per sbloccare con le sue deroghe i blocchi della burocrazia imperante, proiettando Bucci come il miglior sindaco d’Italia, invidiato e propagandato da leader nazionali come Matteo Salvini a ogni sua visita ligure genovese.

Questo boom si è un po’ sgonfiato con il tempo e con le inevitabili difficoltà a spingere le grandi e innumerevoli opere che la nuova giunta comunale ha messo in piedi, tra nuovo water front, funivie, darsene, sky tram, allungamenti della metropolitana, spostamenti di grandi infrastrutture portuali, come i depositi chimici, trasformazioni di reperti della vecchia Genova industriale e fordista, grandi magazzini come la Esselunga, insediata storicamente già in due siti, dopo quaranta anni di niet da parte delle giunte rosse eccetera eccetera.

Molti progetti sono andati avanti, altri frenano inesorabilmente. Il vento nelle vele del sindaco manager, o “capo cantiere”, come lo definiscono gli oppositori della sinistra sempre silente e un po’ rinchiusa in se stessa, non è più quello teso del dopo-ponte, ma soffia ancora.

Anche se molti sussurri e grida, come Blitzquatodiano ha già raccontato , ripetono la eco di una intenzione del primo cittadino di lasciare anzitempo il suo mandato per concentrarsi in qualche operazione esclusiva. Sia questa la mega costruzione della Diga portuale, opera gigantesca della quale è già commissario o sia direttamente la presidenza dell’Autorità portuale di Sistema Genova Ligure-portuale, oggi occupata ad interim da Paolo Piacenza, dirigente del Porto, un ruolo molto operativo.

Il problema è che alle prossime elezioni comunali mancano tre anni e nove mesi e l’ipotesi di un commissario, e poi di una elezione genovese molto anticipata, è complicata. Anche se i presunti successori a un sindaco forte non mancano. Il primo è il vicesindaco attuale, potente assessore alle Finanze e ai Lavori Pubblici, Pietro Picciocchi, avvocato fiscalista, ipercattolico, una vera macchina da guerra.

E nei corridoi felpati del vero potere genovese circola riservatissimo anche il nome di Ilaria Cavo, oggi deputata di “Noi moderati”, il gruppo di Toti, ieri assessore regionale alla Cultura e alla Formazione e prima ancora giornalista Rai e Mediaset, esperta in cronaca nera e giudiziaria.

Ma guai a dirlo. L’indiscrezione è coperta. E allora tutte queste manovre genovesi e liguri restano sullo sfondo, mentre insieme alla Confraternita del Salame di Sant’Olcese impazzano le inchieste sui festini a base di sesso e coca, che un’indagine della Procura genovese ha aperto, incastrando vip della città. O perché indagati e arrestati, come Alessandro Cristilli un noto architetto e Chistian Rosolani albergatore, accusati di spaccio e sfruttamento della prostituzione. O perché coinvolti in quanto presunti partecipanti a questi incontri in una villa defilata sulla pendice del Monte Fasce.

Tra questi, estranei totalmente all’inchiesta ma possibili partecipanti ai party, sono sbucati sui giornali e nei Tg tre nomi da far tremare la città,  addirittura il vicepresidente leghista della Regione, Alessandro Piana, uno dei notai più noti della città, già presidente della Filse, Piero Biglia di Saronno e da ultima Mauro Ferrando, avvocato importantissimo, presidente della Porto Antico spa e consulente personale del sindaco Marco Bucci.

A trascinare questi personaggi nel vortice che sta scuotendo molti ambienti della città una delle escort ingaggiate, Jessica Nikolic, già interrogata in Procura per cinque ore e che aveva annunciato prima: “Solo io posso raccontare la verità……”

I tre illustri personaggi, coinvolti senza che ci sia nulla di formale contro di loro, stanno smentendo con forza e con tanto di schieramento legale. In particolare il vice della Regione ha presentato un alibi per la serata nella quale sarebbe stato presente al superparty. Il notaio ha precisato con una memoria del suo avvocato, Aurelio Di Rella, di essere salito in quella villa per un incontro di lavoro con Cristilli, con il quale doveva discutere sulla nomina di un direttore lavori in un cantiere importante della città.

Intanto tra accuse striscianti e smentite forti altri 18 nomi di partecipanti a quei festini stanno “ballando” e potrebbero esplodere da un momento all’altro.

In fondo rispetto a questo molto meglio qualche fetta di salame di sant’Olcese.