Foto dal profilo Twitter del Partito Democratico

di BRUNO TUCCI

Berlinguer e De Gasperi assieme sulla tessera del Pd? ex Pci e ex Dc fanno a pezzi la povera Schlein, la prova del fuoco alle europee.

Povera Elly, vien quasi voglia di darle una mano, vista la secca in cui è finito il partito che lei guida. Le pensa tutte pur di riunire il Pd e far sparire le correnti che lo dilaniano.

  • Con l’ultima trovata pensava di placare le polemiche che la investono. Come? Dando un nuovo volto alla tessera del 2024.
  • In primo piano lo sguardo di Enrico Berlinguer  che tutti considerano un politico di grande spessore “proprietà esclusiva della sinistra?”
  • Tanto più che sono passati 40 anni dalla sua morte e quale migliore occasione per celebrarlo insieme con i nuovi (e perché no?) vecchi iscritti.

Ma nemmeno a farlo apposta nemmeno questa singolare idea della segretaria ha trovato un seguito favorevole, Assolutamente no: i democristiani di un tempo hanno protestato alzando la voce. Insieme con Berlinguer appaia sulla tessera il volto di Alcide De Gasperi a 70 anni suonati dalla sua morte. Il più “adirato” di tutti è Pier Luigi Castagnetti che chi ha i capelli bianchi lo ricorderà come un demitiano di ferro. Insomma, a farla breve, la polemica non si è ancora sopita e la Schlein sta cercando in tutti i modi di trovare ancora una volta un denominatore comune.

ELLY SCHLEIN NON PIACE

La verità è un’altra: tessera o non tessera, Elly non piace ad una parte (consistente?) del partito. Ogni sua iniziativa ha uno strascico e rinascono i Guelfi e i Ghibellini. I suoi oppositori le studiano tutte pur di metterla in difficoltà, tanto è vero che lei deve guardarsi le spalle non solo da chi non la pensa come lei, ma anche da quelli che dovrebbero essere i “compagni di sempre”. Il fuoco amico per dirla com’è oggi di moda. Elly non ha pace da quando venne eletta a sorpresa numero uno di via del Nazareno. Si può dire: cinque minuti dopo ed anche prima dato che il vertice del partito aveva già scelto il suo candidato, Stefano Bonaccini. 

La Schlein non sa a chi dare i resti perché ogni giorno ne spunta una nuova dai capi delle correnti che non vedono l’ora di darle il benservito. Tutto questo mentre il Pd deve tamponare la profonda crisi della Puglia a pochi giorni dalle elezioni in Basilicata. Il problema vero non è il voto di Potenza e Matera a preoccupare la segretaria: una sconfitta ci può pure stare. Sono le europee ad angosciarla perché in quel caso la diaspora non avrà tregua.

I CANDIDATI DEL PD PER BRUXELLES

Chi saranno i candidati che porterà a Bruxelles? Nomi illustri che vengono dalla società civile o i tesserati del partito che non mandano giù il fatto di essere preferiti a gente che non ha mai militato nel Pd? E poi ancora: lei sarà capolista innervosendo le altre donne dem che vedrebbero il campo ristretto dalla sua presenza?

Come è evidente, non saranno giorni facili per la Schlein che non trova l’unità del partito nemmeno sull’immagine di Berlinguer sulla nuova tessera del partito. Polemiche che nascono solo per creare nuovi grattacapi a Elly. Finiranno presto sopratutto se si riuscirà a trovare un accordo  su questo problema che non è un problema.

Comunque, la segretaria deve difendersi non solo dai suoi amici-nemici, ma pure dai vecchi comunisti ancora fermi al passato. “Perchè anche l’immagine di De Gasperi?” sostengono. “Che cosa c’entra lui con la nostra storia?” L’ultimo affondo lo si può leggere sull’Unità. Scrive il direttore:  “Alcide De Gasperi fu un grande statista, ma un solido leader della destra”. Non si può aggiungere altro se la storia viene travisata in questo modo.