Cosa ci dice la recente risposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze alla nostra interrogazione (Toni Ricciardi, Fabio Porta e Christian Di Sanzo, deputati PD eletti all’estero) con la quale contestavamo l’eliminazione per i residenti all’estero delle detrazioni per figli a carico e dell’Assegno al nucleo familiare e criticavamo la negazione dell’Assegno unico ai cittadini italiani residenti in Italia con figli residenti all’estero?

Ci dice che per questo Governo il diritto internazionale non esiste, la Commissione europea non esiste, la Corte di giustizia europea non esiste, gli italiani all’estero non esistono.

Avevamo chiesto come mai, nonostante due procedure di infrazione contro l’Italia e il deferimento alla Corte di giustizia europea, questo Governo non ha ancora provveduto a sanare evidenti violazioni del diritto internazionale, del diritto comunitario e della giurisprudenza nazionale ed europea che hanno leso in maniera tangibile i diritti dei nostri emigrati e delle loro famiglie.

Nella sua arzigogolata e contorta risposta il MEF ci ha spiegato che i figli residenti all’estero dei contribuenti italiani residenti in Italia anche se sono a carico dei genitori non fanno però parte del nucleo familiare per il solo fatto di non essere conviventi e che per essere inclusi nel nucleo familiare ai fini ISEE l’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente in Italia costituisce requisito essenziale.

Il Ministero si è tuttavia dimenticato di riconoscere che l’Italia fa parte dell’Unione europea e che in più occasioni la Corte di Giustizia europea aveva sentenziato che (sulla scorta dell’articolo 7 del regolamento n. 883/2004, intitolato «Abolizione delle clausole di residenza») le prestazioni in denaro dovute a titolo della legislazione di uno o più Stati membri non sono soggette ad alcuna riduzione, modifica, sospensione, soppressione o confisca per il fatto che il beneficiario o i familiari risiedono in uno Stato membro diverso da quello in cui si trova l’istituzione debitrice.

Stessi disinteresse e indifferenza nelle argomentazioni che giustificano il superamento delle agevolazioni fiscali a favore degli italiani residenti all’estero che producono la maggior parte del reddito in Italia (i cosiddetti “non residenti Schumacher”) i quali dal 2022 (quando il precedente governo introdusse l’AUU) sono stati privati della detrazione fiscale per figli a carico.

La nostra richiesta di ripristinare le detrazioni per motivi di giustizia sociale (si tratta di contribuenti che pagano le tasse in Italia anche se risiedono all’estero) è stata completamente ignorata e comunque è stata liquidata con un semplice riferimento alla normativa che ha cancellato le detrazioni dimostrando di non averne capito l’effetto devastante per i nostri connazionali e di non avere la lungimiranza sociale e politica di prevedere una futura alternativa possibile. Continuiamo ad assistere purtroppo alle variegate forme di allergia da parte di queto Governo nei confronti del mondo dell’emigrazione.