di Valeria Fedeli
2 Giugno, Festa della Repubblica. Voglio celebrarla partendo da due numeri che sono stati a lungo sottovalutati: 89,1% e 21. Il primo riguarda la percentuale delle donne che si recarono alle urne il 2 giugno del 1946. Il secondo riguarda le donne (su 556 deputati) che parteciparono alla stesura della Costituzione in qualità di componenti dell'Assemblea. Nove venivano dal PCI, nove dalla DC, due dal PSIUP e una dal Partito dell'Uomo Qualunque.
Insieme ai loro colleghi, con uno generoso sforzo unitario, lavorarono alla stesura di quello che è il nostro orizzonte ideale e normativo, fondamento della Repubblica democratica nata dalla Resistenza, ovvero la Costituzione. E le donne, al netto di culture politiche diverse, seppero imprimere un cambiamento alla condizione femminile anche dal punto di vista giuridico, come dimostra appunto la Carta, e riuscirono a farlo nonostante il loro numero esiguo. Non solo. La qualità della partecipazione delle madri costituenti è stata tale da determinare la scrittura degli articoli più moderni e di principio della Costituzione, tra cui l'art. 3 (uguaglianza), l'art. 29 (parità dei coniugi), l'art. 31 (famiglia), l'art. 37 (parità di salario), l'art. 48 (diritto di voto), l'art. 51 (parità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive). Ne avevano di coraggio, di determinazione le nostri madri costituenti che, in molti casi, vantavano un recente passato di partigiane e staffette! Per la prima volta, dunque, le donne entravano nei palazzi delle istituzioni con ruoli di primo piano.
Per la prima volta, proprio in occasione del referendum del 2 giugno 1946, partecipavano a un voto politico in una percentuale tale, come ricordavo all'inizio, da essere determinanti nel risultato. Si chiudeva la stagione monarchica e si apriva quella della Repubblica. Si votavano, inoltre, i delegati all'Assemblea costituente. Nasceva un nuovo ordine dello Stato, basato su nuove leggi e nuovi principi, eredità dell'opposizione al nazi-fascismo. Nascevano, nei fatti, un nuovo Paese e una nuova società. E le donne ne furono protagoniste.
Dopo lunghi decenni in cui le celebrazioni hanno acceso i riflettori soltanto sul contributo dato dai padri costituenti, abbiamo iniziato a invertire la narrazione, restituendo alla storia una porzione importante di verità, che ha il volto e il nome di 21 donne: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Lina Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana, Maria Nicotra, Teresa Noce, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio. Ma anche il volto e il nome delle milioni di donne italiane che, allora, alimentarono la nascita della Repubblica. Proprio loro, oggi, possono darci forza e coraggio, essere da esempio per proseguire il cammino per la piena uguaglianza.
Buona festa a tutte e tutti noi!