di CLAUDIA MONTANARI
Immagina di poter sapere, con una semplice goccia di sangue o saliva, non solo quanto potresti vivere, ma anche come vivrai gli anni futuri. Sembra fantascienza, ma è realtà. Una recente ricerca pubblicata su Nature Aging ha messo in luce uno strumento innovativo che potrebbe trasformare completamente il modo in cui monitoriamo la nostra salute e l’invecchiamento.
Al centro di questa scoperta c’è il concetto di intrinsic capacity (capacità intrinseca), una misura del funzionamento fisico e mentale dell’individuo, strettamente collegata al processo di invecchiamento. Valutare questo parametro in passato richiedeva strumenti sofisticati, tempo e costi elevati. Ora, grazie alla scienza epigenetica, bastano poche gocce di sangue o saliva per ottenere un quadro preciso del nostro stato di salute biologica.
Cos’è la capacità intrinseca e perché può predire la longevità
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la capacità intrinseca è l’insieme delle funzioni fisiche e cognitive che una persona può sfruttare: pensare, camminare, vedere, sentire, ricordare. In parole semplici, è la riserva di vitalità che ci accompagna con l’avanzare dell’età.
Questa capacità non è statica: si riduce gradualmente con l’età, ma anche a causa di malattie, traumi e fattori ambientali. Ecco perché riuscire a misurarla con precisione significa poter intervenire in anticipo per rallentare il processo d’invecchiamento.
Fino a poco tempo fa, era quasi impossibile farlo senza strumenti clinici complessi. Ma la nuova metodologia basata sulla metilazione del DNA – nota come DNAm IC – sta cambiando le regole del gioco.
Come funziona il test DNAm IC: il “clock biologico” che misura l’età funzionale
La metilazione del DNA è un processo epigenetico che influenza l’attivazione dei nostri geni. Si modifica nel tempo, influenzata da fattori ambientali, stile di vita e invecchiamento stesso. Analizzando questi “tag chimici” nei campioni di sangue o saliva, i ricercatori sono riusciti a creare un indicatore molto accurato della capacità intrinseca.
Questo “orologio biologico” non dice solo quanti anni hai, ma soprattutto come sta funzionando il tuo corpo rispetto alla tua età anagrafica. I dati raccolti da oltre 1.000 partecipanti tra i 20 e i 102 anni hanno permesso di evidenziare che chi presentava valori più alti di DNAm IC aveva:
- Funzioni respiratorie migliori
- Maggiore densità ossea
- Camminata più veloce
- Una percezione di salute superiore
E, dettaglio non da poco, viveva in media 5,5 anni in più rispetto a chi aveva un punteggio basso.
L’elemento chiave è che questo tipo di test misura non solo lo stato attuale di salute, ma anche la resilienza dell’organismo. In altre parole, valuta quanto il corpo è pronto a fronteggiare sfide future come malattie, traumi o invecchiamento.
Secondo il Dr. Thomas Holland del RUSH Institute for Healthy Aging, il DNAm IC rappresenta un punto di svolta nella medicina preventiva. Non serve solo a diagnosticare, ma può diventare un prezioso alleato per personalizzare interventi su dieta, attività fisica e altri comportamenti per migliorare la qualità della vita.
È possibile migliorare la propria capacità intrinseca?
La buona notizia è che, sì, la capacità intrinseca è influenzabile. Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo rallentarne gli effetti. La ricerca ha messo in evidenza alcuni comportamenti associati a un punteggio epigenetico più alto.
Un ruolo fondamentale lo gioca l’alimentazione. I partecipanti con una dieta ricca di pesce grasso e un consumo controllato di zuccheri raffinati presentavano valori significativamente migliori. Gli omega-3, in particolare quelli presenti in alimenti come salmone, sgombro e sardine, hanno proprietà neuroprotettive, antinfiammatorie e favoriscono una buona salute cellulare.
Al contrario, un eccessivo consumo di zucchero è legato a stress ossidativo, infiammazione cronica e declino metabolico — tutti fattori che accelerano l’invecchiamento biologico.
Stile di vita e longevità: le azioni che fanno davvero la differenza
Oltre all’alimentazione, anche altri elementi concorrono al mantenimento della capacità intrinseca:
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Attività fisica regolare, sia aerobica che di resistenza, migliora la mobilità, la massa muscolare e l’efficienza mitocondriale.
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Stimolazione cognitiva, tramite lettura, giochi mentali o apprendimento continuo, preserva la funzione cerebrale.
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Relazioni sociali attive e gratificanti riducono il rischio di declino psicologico.
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Gestione dello stress e controllo di patologie croniche sono fondamentali per mantenere l’equilibrio del sistema immunitario.
Secondo la nutrizionista e terapeuta Elena Rolt, il DNAm IC potrebbe diventare uno strumento utilissimo per personalizzare interventi di prevenzione e medicina anti-aging.