(da figc.it)

di FILIPPO LIMONCELLI

Rino Gattuso ha ufficialmente raccolto l’eredità di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale italiana. Dopo la pesante sconfitta contro la Norvegia, la FIGC ha deciso di voltare pagina, puntando su un tecnico noto per il suo carisma e la grinta. “Tornare al Mondiale per il nostro calcio è fondamentale: mi aspetta un lavoro difficile, ma di facile nella vita non c’è nulla”. Con queste parole ha aperto la sua prima conferenza da commissario tecnico.

Per Gattuso, si tratta di una tappa cruciale: “È un sogno che si avvera. C’è poco da parlare, tanto da lavorare”. Ha voluto anche rispondere a chi critica la mancanza di talento nel panorama italiano: “Sento spesso dire che il nostro calcio non ha talenti: ma i giocatori ci sono, serve metterli nelle condizioni di dare il loro meglio”.

Spirito di gruppo e famiglia: la ricetta di Ringhio

Durante la presentazione a Coverciano, Gattuso ha delineato i cardini del suo progetto: spirito di squadra e coesione. “Il concetto fondamentale per la mia Italia deve essere famiglia. Ci serve ritrovare l’entusiasmo, e l’unità nei momenti difficili”. L’obiettivo dichiarato è tornare ai Mondiali, ma con una visione chiara: “Una speranza? No, andare al Mondiale per me è una convinzione. Abbiamo una squadra per farlo, ripeto, una squadra, non singoli”.

A chi gli chiede delle critiche ricevute, in particolare da Ignazio La Russa, risponde con fermezza e serenità: “Con La Russa non voglio fare alcuna polemica. Spero solo di fargli cambiare idea”. Anche ricordando dolori sportivi passati, come la finale Champions persa contro il Liverpool nel 2005, Gattuso mostra la sua determinazione: “Assicuro che non ho dormito per diverso tempo”.