di ENRICO PIRONDINI
Trump, sei mesi da flop star. Morale: guerre e dazi. Risultato: il mondo è nel caos. A parole prometteva di risolvere tutti i problemi del mondo in 24 ore, dalle guerra in Ucraina al macello di Gaza. Sappiamo come stanno le cose. Quanto ai dazi chi ci capisce è bravo. Una cosa temiamo sia vera: le guerre commerciali non giovano a nessuno. Trump ha tre obiettivi: più reddito con i dazi, reindustralizzarre gli USA (spingendo le aziende a produrre nel Paese) e un riequilibrio della bilancia commerciale e del disavanzo. Ma in tutti e tre i casi, dicono gli economisti, i dazi non sono la soluzione. I maggiori incassi derivanti dai dazi non comporterebbero un riequilibrio della bilancia commerciale, perché i beni importati non caleranno. E se invece le industrie si spostano negli USA i dazi non produrranno reddito. Quanto a noi c’è una sola strada da percorrere: ridurre la dipendenza dagli Usa. Ma il Tycoon nel suo primo semestre ne ha combinate di tutti i colori. Vediamo. Mese dopo mese
GENNAIO – Il 20 Trump ha giurato come 47esimo presidente e subito ha firmato degli ordini esecutivi: addio Oms e Accordi di Parigi, grazia a 1500 rivoltosi del 6 gennaio.
FEBBRAIO – Ha esordito imponendo dazi a Messico, Canada e Cina. Percentuali del 25-10%. Poi li ha sospesi, poi li ha ripristinati. Quindi ha fatto una inversione a U sull’Ucraina bloccando l’ingresso della NATO di Kiev. Niente truppe Usa, solo pressioni su trattative.
MARZO – Una perla. Zelensky? “Sta giocando con la terza guerra mondiale” e nello Studio Ovale c’è stato lo storico scontro che ha imbarazzato mezzo mondo. I due si sono poi rivisti come se nulla fosse accaduto.
APRILE – Comincia il mese con il cosiddetto “liberation Day” cioè dazi globalifino al 50% su 180 Paesi. Al grido: ”I dazi ci renderanno talmente ricchi che non sapremo come spendere i soldi”. Boom!
MAGGIO – Matura la grana Iran. È convinto che Teheran sia pronta con l’atomica. Annuncia due settimane di riflessioni ed invece ha già deciso di autorizzare attacchi congiunti su tre siti nucleari iraniani con l’operazione “Midnight Hammer”: sette bombardieri B-2 e 125 aerei militari. Trump ha informato il Congresso a cose fatte. Operazione compiuta in 21 ore, tra partenza dalle basi Usa e ritorno, nella notte di sabato 21 giugno e domenica 22.
GIUGNO – Un tycoon trionfante: ”Abbiamo distrutto i siti nucleari iraniani. Ora Teheran, il bullo del Medio Oriente, deve fare la pace. A fine mese esercita una pressione sui Paesi NATO che raggiungono un accordo per una spesa militare al 5% del Pil. Il tycoon tranciante: ”O pagate o vi difendete da soli. L’America non è il bancomatt del Mondo”. E poi disegna una legge presentata dai Repubblicani: un piano da quasi 3.000 miliardi di dollari tra tagli fiscali e riduzioni selettive della Spesa Pubblica. Comincia la maratona al Senato e il 52% disapprova. Tombola.
LUGLIO – Donald mette nel mirino l’Europa sui dazi. Bruxelles tratta. Macron guida il fronte dei falchi contro Putin e Trump; il presidente francese è in difficoltà sul piano interno e cerca la rivincita sullo scenario internazionale. Cauta è premier Meloni che assicura: ”La UE si farà valere”. La guerra commerciale mette nei guai l’Italia delle pmi sopratutto su alimentari, meccanica, moda.