Nel Lazio, con dodici nuovi casi di West Nile riscontrati, sono 20 le persone che hanno contratto il virus, 21 contando la donna defunta, tutte a Latina e provincia.
Lo comunica la Regione Lazio, dopo la conferma dalle analisi effettuate presso il laboratorio di virologia dell'Istituto nazionale per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Con questi ultimi accertamenti salgono a 21 le conferme diagnostiche di positività di infezione da West Nile Virus nel 2025, tutti registrati in provincia di Latina, inclusa la paziente deceduta la scorsa settimana presso l'ospedale di Fondi.
Degli altri 20 casi: 10 pazienti risultano attualmente ricoverati in reparti ordinari per altre patologie; 2 sono stati dimessi; 6 sono in cura presso il proprio domicilio; 2 pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva.
La sola provincia coinvolta è quella di Latina e i comuni di presunta esposizione sono Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze, Sabaudia.
“Si precisa, inoltre, che la conferma diagnostica da parte del laboratorio di riferimento regionale avviene entro 48 ore dal ricevimento del campione”, conclude la Regione.
Iss, 32 casi confermati in Italia da inizio anno
Dall'inizio dell'anno al 23 luglio sono 32 i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo in Italia. Ventuno dei 32 casi sono stati segnalati dalla Regione Lazio, tutti nella provincia di Latina. I numeri sono contenuti nel bollettino settimanale del sistema di sorveglianza dell'Istituto superiore di sanità (Iss) pubblicato oggi. Da un punto di vista numerico, afferma l'Iss, "l'andamento epidemiologico al momento è in linea con quello degli anni precedenti, mentre la distribuzione spaziale appare invece abbastanza differente".
Dei 32 casi 23 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 2 Veneto, 1 Emilia-Romagna, 15 Lazio, Campania 3), 1 caso asintomatico identificato in donatore di sangue (1 Veneto) e 6 casi di febbre (2 in Veneto e 4 nel Lazio). Tra i casi confermati sono stati notificati 2 decessi (1 Piemonte, 1 Lazio).
"Il virus West Nile ormai da diversi anni è endemico nel nostro paese - sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss - e il sistema di sorveglianza che Ministero, Iss e Regioni hanno messo a punto è ben rodato ed efficace. Tutte le misure sono in campo, comprese quelle a protezione dei trapianti e delle trasfusioni. Ricordiamo che l'80% dei casi di infezione da West Nile è asintomatico, mentre il rischio di conseguenze gravi è maggiore per le persone più fragili. La malattia non si trasmette da persona a persona. Il consiglio è quindi quello di proteggersi il più possibile dal contatto con le zanzare, i vettori del virus, e rivolgersi al proprio medico se si hanno sintomi come febbre sopra in 38°C soprattutto se accompagnata da eruzione cutanea. Per i medici l'indicazione è quella di considerare la possibilità di infezione da West Nile in presenza di sintomi compatibili e procedere alla diagnosi di laboratorio".