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Dopo settimane di trattative febbrili Bruxelles e Washington hanno trovato l'intesa su una tariffa del 15% per le importazioni europee oltreoceano.

"Fermiamoci per un momento e consideriamo l'alternativa" all'intesa sui dazi raggiunta con Washington: "una guerra commerciale può sembrare allettante per alcuni, ma comporta gravi conseguenze.

Con i dazi almeno al 30%, il nostro commercio transatlantico si sarebbe arrestato, mettendo a grave rischio quasi 5 milioni di posti di lavoro, compresi quelli nelle Pmi in Europa". Lo ha detto il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, durante un punto stampa.  "Le nostre aziende ci hanno inviato un messaggio unanime: evitare l'escalation e lavorare verso una soluzione che fornisca risultati immediati", ha aggiunto.

"Questo è il miglior accordo possibile. Non c'eravate nella sala ieri, noi eravamo partiti dal 30%. Ieri la presidente von der Leyen è stata una maestra nel gestire questi negoziati. L'intesa va a salvare il libero scambio, i flussi commerciali, e tantissimi posti di lavoro" ha aggiunto Sefcovic. "Non si è parlato solo di libero scambio ieri, si è parlato di Ucraina, della situazione geopolitica, c'è un forte allineamento tra Ue e Usa sui principali dossier e questo aggiunge un valore in più all'intesa".

TASSO DI RIFERIMENTO - Il cuore dell'intesa è l'aliquota doganale del 15%. Lo schema include la clausola della 'nazione più favorita' (Mfn) - garanzia di parità e non discriminazione nel quadro della World Trade Organization - che stabilisce la tariffa media reciproca del 4,8% nel commercio transatlantico, valida nel pre-Trump.

 ACCIAIO E ALLUMINIO - Nessuna concessione per i metalli industriali: i dazi Usa del 50% restano in vigore. Un pugno duro già visto nel 2018, quando il tycoon applicò tariffe rispettivamente del 25 e 10% ai comparti, provocando una reazione a catena: le contromisure continentali per 2,8 miliardi di euro colpirono prodotti simbolici come bourbon, Levi's e Harley-Davidson.

AUTO - Andrà meglio all'automotive sostenuto dal pressing costante delle ammiraglie tedesche. Il settore, inclusa la filiera della componentistica, strappa un allentamento del dazio al 27,5%, con l'armonizzazione alla soglia del 15%. Una tariffa ancora robusta, ma che ridà ossigeno a uno dei comparti più strategici per l'export continentale.

AGROALIMENTARE - L'aliquota flat si estende anche alla filiera agricola assorbendo i dazi preesistenti: in alcuni casi - come per i prodotti lattiero-caseari e l'olio extravergine d'oliva tricolore - si arriva a un impatto nullo. Diverso il destino del vino che, salvo un'esenzione ancora da confermare, rischia un incremento dei dazi rispetto all'attuale soglia del 2,5%.

VINO - "Le trattative" su possibili esenzioni per il vino "sono ancora in corso, al momento non c'è una tempistica precisa, ma sembrano esserci progressi più significativi sul fronte dei distillati". Lo spiegano fonti Ue.

FARMACI E CHIP - Farmaci e semiconduttori restano attualmente esenti dai dazi statunitensi e continueranno a esserlo fino a un'eventuale introduzione di nuove misure da parte degli Stati Uniti, al termine delle indagini condotte ai sensi della Sezione 232. Anche in quel caso, tuttavia, "il dazio applicabile ai prodotti europei" per i due settori "non potrà superare il 15%, come previsto dall'intesa raggiunta". Lo precisano fonti europee all'indomani dell'accordo sui dazi con gli Stati Uniti.

 ESENZIONI - A festeggiare i dazi zero sono alcuni dei settori più sensibili e ad alta intensità tecnologica: aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali. In particolare, l'industria aerospaziale - storicamente segnata dal contenzioso tra il colosso franco-europeo Airbus e l'americana Boeing - beneficia di un tacito accordo di non belligeranza. Anche liquori e alcool potrebbero essere risparmiati. Farmaci e semiconduttori restano attualmente esenti dai dazi statunitensi e continueranno a esserlo fino a un'eventuale introduzione di nuove misure da parte degli Stati Uniti, al termine delle indagini condotte ai sensi della Sezione 232. Anche in quel caso, tuttavia, "il dazio applicabile ai prodotti europei" per i due settori "non potrà superare il 15%, come previsto dall'intesa raggiunta". Lo precisano fonti europee all'indomani dell'accordo sui dazi con gli Stati Uniti.

CONTROPARTITE UE - Bruxelles riconoscerà alcuni standard tecnici statunitensi nell'automotive. Spazi di flessibilità, seppur calibrati, si estenderanno a tech, IA e criptovalute. Sul piatto Usa anche il rafforzamento dell'impegno europeo negli acquisti di armamenti a stelle e strisce - già delineato nell'intesa sul 5% in ambito Nato -, accompagnato da 600 miliardi di dollari di investimenti oltreoceano e 750 miliardi in forniture energetiche americane, gnl in testa, nei prossimi tre anni.

CONTRODAZI ADDIO - Nei prossimi giorni, con un voto dei 27, saranno accantonati i due pacchetti di contromisure da 92 miliardi di euro pronti a scattare il 7 agosto.

L'Ue ha accettato di azzerare i dazi su una serie di prodotti agroalimentari non sensibili provenienti da oltreoceano, per un valore di circa 70 miliardi di euro di importazioni. Lo affermano fonti Ue, spiegando che su determinate categorie i dazi attuali compresi tra il 2-4% saranno eliminati. Tra i prodotti inclusi figurano frutta secca, soia, aragoste, pesce, formaggi, alcuni prodotti lattiero-caseari, pet food, fertilizzanti e alcuni prodotti chimici, questi ultimi anche in funzione di alternativa alle forniture russe. "Non c'è alcuna concessione sui beni agricoli sensibili": "non sono inclusi manzo, zucchero, etanolo o pollame".

Prima del secondo mandato del presidente Trump, gli Stati Uniti incassavano "circa 7-8 miliardi di dollari all'anno in dazi sui prodotti europei". Con l'introduzione della tariffa uniforme del 15%, questa cifra è destinata a decuplicare, arrivando a "circa 80 miliardi di dollari". Lo spiegano fonti Ue illustrando i dettagli dell'intesa di principio sui dazi tra Bruxelles e Washington. "Tuttavia, è fondamentale chiarire che quei dazi non li paga l'Ue - ha sottolineato -. L'importo è a carico degli importatori statunitensi, e in alcuni casi potrebbe ricadere anche sui consumatori finali".