di CLAUDIA MONTANARI
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Thorax lancia un segnale d’allarme: un’elevata assunzione di cibi ultra-processati (UPF) è stata associata a un aumento del 41% del rischio relativo di sviluppare il cancro ai polmoni.
La ricerca, condotta su oltre 100.000 persone, fa parte del Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian Cancer Screening Triale ha monitorato i partecipanti per oltre 12 anni. I soggetti che consumavano in media 6 porzioni al giorno di UPF (contro 0,5 nel gruppo con l’assunzione più bassa) hanno mostrato un’incidenza significativamente maggiore di tumori polmonari, sia non a piccole cellule (NSCLC) sia a piccole cellule (SCLC).
Ma cosa sono gli UPF? Si tratta di alimenti altamente industrializzati e modificati chimicamente, spesso arricchiti con additivi, coloranti, emulsionanti e aromi. Fanno parte di questa categoria bibite gassate, snack dolci e salati, cibi pronti, gelati, pane industriale e altri prodotti confezionati.
Secondo gli studiosi, questi alimenti potrebbero aumentare il rischio oncologico a causa di basso valore nutrizionale, presenza di additivi potenzialmente nocivi, alterazione del microbiota intestinale e polmonare e sostanze contaminanti derivanti dalla lavorazione o dal packaging.
Tuttavia, gli autori sottolineano che si tratta di uno studio osservazionale: non dimostra un nesso causale diretto. Inoltre, non tutti i fattori di rischio (come esposizioni professionali o intensità del fumo) sono stati completamente considerati.
Il consiglio resta valido: ridurre il consumo di cibi ultra-processati e preferire alimenti freschi, integrali e minimamente lavorati è una scelta che protegge la salute generale, oltre a potenzialmente ridurre il rischio di tumori.
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