di PIERO BONITO OLIVA

ROMA – Il silenzio che ogni anno avvolge Genova alle 11.36 del 14 agosto non è mai solo un momento di ricordo: è il peso di un dolore che ancora attraversa la città, la Liguria e l’Italia intera.

Sette anni fa, in quell’istante, il Ponte Morandi crollava portando via 43 vite, ferendone altre 16 e costringendo centinaia di persone a lasciare le proprie case. Oggi, nella giornata della memoria, istituzioni e cittadini si stringono attorno ai familiari delle vittime, con la consapevolezza che il ricordo deve andare di pari passo con l’impegno a garantire sicurezza e giustizia.

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

«Il 14 agosto 2018 segna una pagina drammatica nella storia del nostro Paese: quarantatré vite spezzate, centinaia di persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni.

Una ferita indelebile nel cuore di Genova, della Liguria, dell’Italia.

Il crollo del Ponte Morandi ha segnato un severo richiamo alle responsabilità pubbliche e private in tema di sicurezza delle infrastrutture. Un punto di non ritorno a pratiche che hanno generato un disastro di quelle proporzioni.

La comunità locale e la comunità nazionale hanno reagito con straordinario spirito di solidarietà accanto agli immediati soccorsi offerti dalle autorità preposte per arginarne le catastrofiche conseguenze.

La rapida ricostruzione di un così importante tratto stradale, il Ponte Genova San Giorgio, riconnettendo la Città e l’Italia, è stata un atto di ripartenza.

La tutela delle infrastrutture, per garantire piena sicurezza nella circolazione, non ammette alcuna forma di negligenza.

Nel commemorare le vittime del Ponte Morandi, la Repubblica si unisce al dolore dei familiari».

MELONI: ACCERTARE LE RESPONSABILITA’ E’ UN OBBLIGO MORALE

“Il 14 agosto di sette anni fa, Genova, la Liguria e l’Italia intera sono state sconvolte da una catastrofe che rimarrà per sempre nella memoria del nostro popolo. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini del crollo del Ponte Morandi e conserviamo nel cuore l’angoscia di quei momenti, il senso di smarrimento di fronte ad una tragedia spaventosa, la riconoscenza per l’eroismo dei soccorritori, il dolore per le quarantatré vite spezzate”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Allo stesso modo- sottolinea la premier- è ancora vivissima la sete di verità e giustizia, invocata con tenacia dai famigliari delle vittime e sostenuta da tutto il popolo italiano.
Accertare le responsabilità per ciò che è accaduto, individuare le eventuali colpe ed omissioni, dare risposte definitive: obblighi morali e civili che non possono essere disattesi”.
Il 14 agosto di sette anni fa, conclude Meloni, “Genova è stata duramente ferita, ma non si è lasciata abbattere. E ha mostrato al mondo la forza di una comunità unita, capace di ricostruire e di rinascere. Il Ponte San Giorgio ne è il simbolo più potente, prova concreta di una nazione e di un popolo che anche nei momenti più difficili sanno prendersi per mano e rialzarsi, più forti e orgogliosi di prima”.