Il presidente della Corte suprema del Brasile (Stf) Luís Roberto Barroso ha definito l'avvio del processo contro l'ex presidente di destra Jair Bolsonaro per tentato golpe una "necessità istituzionale per mettere un punto finale alla storia di colpi di stato e tentativi di rottura della legalità" nel Paese.
Parlando al Centro di studi delle società di avvocati (Cesa) a San Paolo, Barroso ha ricordato che la storia politica contemporanea brasiliana è infatti segnata da ripetute fratture istituzionali "dall'inizio della Repubblica" nel 1889, "fino al golpe militare del 1964".
Per l'alto magistrato il procedimento a carico di Bolsonaro e degli altri sette imputati, indicati dall'accusa come il vertice dell'organizzazione criminale armata che avrebbe tentato di impedire l'insediamento di Luiz Inácio Lula da Silva, servirà per "eliminare l'idea che chi perde le elezioni possa tentare un colpo di Stato senza rispettare le regole del gioco".
Secondo Barroso la pacificazione politica del Paese resta complessa per i "momenti di tensione" legati sia al processo in corso sia ai procedimenti contro le centinaia di coinvolti negli attacchi dell'8 gennaio 2023 ai palazzi del potere di Brasilia.
"L'ex presidente Bolsonaro ha avuto il 49% dei voti, quindi è inevitabile che vi sia tensione o contrarietà rispetto a ciò che la Corte suprema sta facendo", ha concluso.