Gaza (Foto archivio)

di LORENZO BRIOTTI

Israele ha annunciato nella mattinata di oggi, martedì 9 settembre, di accettare ufficialmente la proposta di accordo avanzata dal presidente Trump.”Israele desidera porre fine alla guerra a Gaza sulla base della proposta del presidente Trump e in conformità ai principi stabiliti dal gabinetto di sicurezza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar al termine della riunione di gabinetto del governo.

Il ministro degli Esteri, durante la conferenza stampa in Croazia in cui ha annunciato l’accettazione della proposta di Trump per Gaza, ha ribadito che la guerra a Gaza per Israele può “finire domani” a due condizioni: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la deposizione delle armi da parte di Hamas. Dello stesso avviso il ministro della Difesa Israel Katz: “Il disarmo di Hamas assicura un futuro migliore per gli abitanti di Gaza, per i palestinesi”. Katz ha poi definito l’organizzazione palestinese “un problema per tutta la regione”.

Cosa prevede la proposta Trump sulla fine della guerra

È la prima volta che un funzionario israeliano accetta pubblicamente lo schema che la Casa Bianca ha presentato la scorsa settimana per la fine della guerra a Gaza e per il rilascio di tutti gli ostaggi. Sia Tel Aviv sia Washington, al momento non hanno però rivelato ufficialmente cosa comporti questa proposta di fine guerra. Per Trump la cosa è però già fatta dato che già durante la finale degli Us Open aveva annunciato l’ok di Israele alla proposta della sua amministrazione.

Qualche aspetto dell’accordo è tuttavia trapelato. Si sa ad esempio che sul rilascio di tutti gli ostaggi e sulla fine della guerra a Gaza è stata inserita una clausola che prevede il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia. A riferirlo è Channel 12 citando una fonte ben informata: “Il ritiro israeliano completo, senza eccezioni, compreso dal perimetro (della Striscia), avverrà solo in base alla capacità del nuovo governo di Gaza di garantire la sicurezza”.

In Israele è stata mostrata “soddisfazione” per il fatto che non si impone un ritiro incondizionato dalla Striscia. Per Hamas invece la clausola è una “trappola” dato che viene concesso a Israele un diritto di veto sulla tempistica del ritiro e sul tipo di governo che si insedierà a Gaza a partire dalla fine della guerra.