Fumata grigia alla Casa Bianca sul piano di pace di Donald Trump per Gaza.
Il presidente americano piega Benjamin Netanyahu nella sua quarta visita quest'anno nello studio ovale, lo costringe a chiedere scusa al premier qatarino per i raid a Doha contro i leader di Hamas e ad accettare una proposta in 20 punti per mettere fine alla guerra nella Striscia, anche se 'annacquata' rispetto alle bozze circolate finora.
E lancia un ultimatum ad Hamas, avvisandolo che se rifiuterà il piano di pace - che secondo alcune fonti diplomatiche è stato trasmesso ad Hamas da Qatare ed Egitto - Israele avrà il "pieno appoggio degli Stati Uniti" e il "diritto" di "completare il lavoro" per annientare il gruppo estremista. Ma da Hamas sono arrivate subito risposte negative che sembrano allontanare la speranza della pace e, per Trump, anche del Nobel.
La prima bordata è stata sparata contro l'ex premier britannico Tony Blair, "una figura inaccettabile per il nostro popolo", ha spiegato in una dichiarazione alla Reuters, l'alto funzionario di Hamas Taher al-Nunu.
"Abbiamo accettato la formazione di un comitato che non rappresenti alcuna fazione palestinese per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, ma non accetteremo l'imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo", ha aggiunto. Quindi la rivendicazione di uno stato palestinese, per il quale nel piano Usa e' evocato solo un possibile "percorso credibile".
"La resistenza armata - ha detto al-Nunu - è un diritto del popolo palestinese finché esiste l'occupazione. Se il popolo palestinese sarà liberato e verrà creato uno Stato palestinese, allora non ci sarà più bisogno né di resistenza né di armi, e ciò farà parte dell'entità palestinese".
Segnali negativi erano arrivati anche prima dell'incontro fra Trump e Netanyahu alla Casa Bianca, quando al-Nunu aveva avvisato che "finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso dagli Stati Uniti, e che Hamas ne è a conoscenza solo attraverso indiscrezioni sui media".
Questo dopo che il Qatar aveva informato Washington di essere in grado di persuadere Hamas ad accettare la proposta di Trump e a consegnare le armi. Il piano Usa prevede che, se entrambe le parti accettano, la guerra finisca immediatamente. Entro 72 ore (non piu' 48) dall'accettazione da parte di Israele tutti gli ostaggi devono essere restituiti, sia quelli vivi che quelli morti. Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele rilascerà 250 ergastolani e 1.700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in tale contesto.
Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno rilasciati, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti. Il ritiro delle forze israeliane sarà graduale e concordato dalle parti. Gaza "sarà governata sotto l'amministrazione transitoria temporanea di un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle municipalità per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati e da esperti internazionali": la novità è che avrà "la supervisione e il controllo di un nuovo organismo transitorio internazionale, il 'Board of Peace', che sarà presieduto e guidato dal presidente Trump, insieme ad altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, incluso l'ex primo ministro Tony Blair".
Gaza verrà smilitarizzata e Hamas dovrà consegnare tutte le armi. Nessuno sarà costretto a lasciare la Striscia. Ma non c'e' alcun impegno di Israele a non annettere la Cisgiordania. La fumata grigia arriva ad una settimana dal secondo anniversario dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, seguito da una drammatica guerra a Gaza e da un'escalation delle tensioni in Medio Oriente.
Pur avendo affiancato Israele negli attacchi contro il nucleare iraniano, negli ultimi mesi il tycoon aveva mostrato crescenti segni di frustrazione nei confronti di Bibi, dall'ira per i raid contro i leader di Hamas a Doha, stretto alleato Usa nella regione, alla ventilata annessione della Cisgiordania, su cui The Donald ha messo pubblicamente il veto. Il presidente era preoccupato inoltre per il crescente isolamento di Israele nella comunità internazionale e il rischio di compromettere l'allargamento degli accordi di Abramo.
Ecco perché negli ultimi giorni il pressing dell'amministrazione Usa si era intensificato: dal presidente, che manifestava un sempre più forte ottimismo sul piano di pace, all'inviato Steve Witkoff, che insieme a Jared Kushner, il genero di Trump, ha premuto su Netanyahu sino a domenica sera nel suo hotel a Washington.
Nell'incontro con Trump il leader israeliano si è piegato sino a chiamare il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, scusandosi per aver violato la sovranità del suo Paese ed esprimendo rammarico per l'uccisione di una sua guardia di sicurezza. Una condizione fondamentale per il Qatar per riprendere i negoziati con Hamas sul piano di pace Usa. Ma un gesto che ha irritato il ministro di ultradestra israeliano Itamar Ben Gvir.
Le famiglie degli ostaggi: 'accordo storico, potremo guarire'
"Dopo quasi due anni di angoscia inimmaginabile, ci troviamo a un punto di svolta storico. Siamo profondamente grati al Presidente Trump per il suo incrollabile impegno verso le nostre famiglie e verso lo Stato di Israele, e per aver raggiunto ciò che desideravamo disperatamente fin dal 7 ottobre: un accordo per riportare a casa tutti i nostri cari". Lo scrive il Forum delle famiglie degli ostaggi in una nota. Questo è un accordo storico che permetterà al nostro popolo di guarire, di porre fine alla guerra e di tracciare un nuovo futuro per il Medio Oriente".
Nel loro comunicato, le famiglie dei rapiti sottolineano che "il Presidente Trump ha compiuto ciò che molti ritenevano impossibile. La sua determinazione non è mai venuta meno, nemmeno quando altri avevano perso la speranza. Il tempo che ha personalmente investito nella ricerca della pace in Medio Oriente e nella risoluzione di questo conflitto che ha destabilizzato l'intera regione, insieme alla garanzia personale che ha posto su questo accordo, meritano la nostra più profonda gratitudine".
Le famiglie aggiungono: "Rendiamo merito al Primo ministro Netanyahu per aver accettato l'iniziativa del Presidente Trump e lo invitiamo a ordinare immediatamente la cessazione dei combattimenti a Gaza, che continuano a mettere in pericolo la sorte dei nostri ostaggi. Non c'è alcun motivo di rischiare le loro vite ora che Israele ha adottato l'iniziativa storica del Presidente Trump. La comunità internazionale deve esercitare la massima pressione affinché Hamas si impegni seriamente in questa opportunità storica di pace".
"Eppure, anche mentre celebriamo questa svolta, non ci fermeremo finché l'ultimo ostaggio non sarà tornato a casa - continuano -. Questo è il nostro dovere morale. Tutti i 48 ostaggi devono tornare". I Il Forum delle famiglie rivolgendosi al governo chiede: "Procedete con piena determinazione verso il completamento di questo accordo. Il mondo vi osserva. La storia ricorderà. È ora o mai più. Tutti i 48 ostaggi devono tornare a casa - i vivi per essere riabilitati, i defunti per essere sepolti nella loro terra. Solo allora potremo iniziare a guarire come nazione. Rivolgiamo il nostro più sentito ringraziamento al team del Presidente Trump, inclusi Steve Witkoff e Jared Kushner, per la loro instancabile dedizione. Insieme, porteremo a termine questo processo".
Italia-Bahrein: stop alla guerra a Gaza, gli ostaggi siano liberati
L'Italia e il Bahrein "si sono impegnati a continuare a collaborare per portare pace e stabilità in Medio Oriente. Hanno chiesto la fine immediata della guerra a Gaza e l'immediato rilascio di tutti gli ostaggi, e hanno condannato qualsiasi azione unilaterale o violenta in Cisgiordania che mini la soluzione dei due Stati". È quanto si afferma in una dichiarazione congiunta in occasione dell'incontro fra la premier Giorgia Meloni e Salman bin Hamad Al Khalifa, principe ereditario e primo ministro del Regno del Bahrein, a Palazzo Chigi.
Al Jazeera: 33 palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall'alba
Almeno 33 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dall'alba: lo riferiscono ad Al Jazeera fonti negli ospedali della Striscia. Almeno 24 delle vittime sono state uccise a Gaza City, dove l'esercito israeliano afferma di voler intensificare la sua offensiva.