La libertà religiosa in America Latina ha registrato un peggioramento significativo nel biennio 2023-2024, con un aumento di restrizioni, attacchi e pressioni verso comunità e leader religiosi.
Lo segnala il nuovo rapporto della fondazione Ayuda a la Iglesia que Sufre (Acn), secondo tra il 2023 e il 2024 nella regione sono stati uccisi almeno 13 leader religiosi e 25 tra missionari e laici impegnati in attività pastorali.
Il documento individua un quadro in deterioramento, con il Nicaragua classificato tra i 24 Paesi con violazioni gravi e ricorrenti.
Il regime di Daniel Ortega è accusato di un "attacco sistematico" contro la Chiesa, con espulsioni di vescovi, sacerdoti e missionari, revoca di cittadinanze, chiusura di enti religiosi e confisca di beni ecclesiastici. Il culto pubblico è stato limitato, le processioni cancellate e numerosi esponenti religiosi costretti all'esilio o arrestati. Messico, Cuba, Haiti e Venezuela sono indicati nella fascia della discriminazione religiosa.
In Messico il clero è esposto a violenze, estorsioni della criminalità organizzata. A Cuba, si rileva un inasprimento dei controlli statali, con episodi di sorveglianza, arresti e atti vandalici verso le chiese. Ad Haiti, la libertà religiosa è compromessa dal collasso istituzionale. In Venezuela, pressioni governative, strumentalizzazione politica della fede e retorica antisemita preoccupano le comunità religiose. Bolivia, Cile, Colombia e Honduras sono inseriti nella categoria "sotto osservazione". Lo studio denuncia l'uso della religione da parte di bande criminali in Ecuador e Guatemala.