Minacce di morte, trattamenti crudeli e rischio di sparizione forzata: è quanto denunciano i familiari dei prigionieri politici detenuti nel carcere venezuelano di El Rodeo I, lo stesso istituto in cui è rinchiuso da oltre un anno anche il cooperante italiano Alberto Trentini.
Le famiglie hanno presentato segnalazioni a diversi organismi internazionali per la gravità delle violazioni denunciate.
Secondo l'Osservatorio Venezuelano delle Prigioni (Ovp), i detenuti sarebbero sottoposti a pratiche inumane e degradanti volte a spezzarne la resistenza psicologica attraverso intimidazioni sistematiche e isolamento prolungato.
Le testimonianze raccolte dall'organizzazione parlano di minacce dirette da parte di funzionari penitenziari, che avrebbero avvertito i prigionieri di essere "i primi a morire" in caso di un'ipotetica operazione militare straniera, indicandoli come possibili "scudi umani".
L'Ovp segnala inoltre restrizioni arbitrarie alle visite familiari, all'assistenza medica, al contatto con gli avvocati difensori e alla consegna di pacchi.
Particolarmente allarmante, sottolinea l'Osservatorio, è la negazione ufficiale della custodia: pur sapendo che i loro familiari sono detenuti a El Rodeo I, le autorità negherebbero formalmente la loro presenza, creando un limbo legale che potrebbe configurare una sparizione forzata.











