MARCO FERRARI

Una intera giornata, quella di oggi, sabato, dedicata a Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita. PPP, come viene convenzionalmente chiamato, nacque a Bologna il 5 marzo 1922 e morì tragicamente a Roma il 2 novembre 1975. Un protagonista della cultura italiana che ha segnato il Novecento come poeta, sceneggiatore, attore, regista, scrittore e drammaturgo italiano, persino pittore, linguista e traduttore. Sicuramente il più attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni Settanta, ma fu anche una figura controcorrente, spesso polemico e radicale, critico verso le abitudini borghesi e la nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti, un militante anomalo del partito comunista. Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico.

Oggi viene ricordato con speciali di radio, televisioni, giornali. In ogni città non manca un omaggio. A Genova fino al 13 marzo è aperta a Palazzo Ducale la mostra “Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie”. Mentre il Centro studi Pasolini di Casarsa, che ha sede a Casa Colussi, abitazione friulana della famiglia materna, proprio oggi inaugurerà un museo permanente, con arredi, foto, prime edizioni, lettere, testi autografi. La Cineteca di Bologna celebra il centenario di PPP con la mostra “Folgorazioni figurative” nei nuovi spazi espositivi del Sottopasso di piazza Re Enzo. Si tratta di un allestimento multimediale fra opere d’arte, fotogrammi dei film e immagini tratte dai set di ripresa. In più, quasi 500 scatti di Dino Pedriali, l’intero servizio realizzato alla Torre di Chia e donato dall’artista alla Cineteca. Oltre alla mostra, si è tenuto un convegno in titolato “Pasolini a Bologna”. Inoltre, è in corso la retrospettiva integrale dei film sino ad aprile.

Importanti manifestazioni anche a Roma: “Pasolini centenario. Ipotesi di raffigurazione” è una mostra a cura di Marco Delogu, con la collaborazione di Andrea Cortellessa e Silvia De Laude alla Nuvola di viale Asia. Esposte le opere di cinque esponenti dell’arte contemporanea e le immagini fotografiche dall’archivio di Giuseppe Garrera e Plinio De Martiis, oltre alle foto delle periferie romane. In autunno, sempre a Roma, un’altra grande mostra in tre sedi: Palazzo delle Esposizioni, 17 ottobre-20 gennaio 2023; Palazzo Barberini, 28 ottobre-13 febbraio 2023; MAXXI, 16 novembre-12 marzo 2023. Il titolo dell’evento, “Pier Paolo Pasolini, tutto è santo” è ispirato alla frase pronunciata dal centauro Chirone nel film “Medea” del 1969, che evoca la misteriosa sacralità del mondo. Dal 14 ottobre al 16 aprile 2023, alla Galleria comunale d'arte moderna in via Crispi a Roma, si terrà invece la mostra “Pasolini pittore” con i suoi dipinti nell’ambito dell’arte del Novecento.

Stamani alle ore 11 al Teatro Piccinni di Bari si tiene “Cento Pasolini”, un momento speciale di formazione del pubblico, confronto e approfondimento con scrittori, giornalisti e artisti. Si intitola “Museo Pasolini” il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini in tour in questi giorni. L’attore ha spiegato così la scelta del titolo e il senso del suo omaggio: «Secondo l’International Council of Museums, le cinque funzioni di un qualsiasi museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. Come potrebbe essere un museo dedicato a Pasolini? Qual sarebbe il pezzo forte? Quale oggetto dovremmo acquisire da collezioni private o pubbliche, recuperare da qualche magazzino, discarica, biblioteca o ufficio degli oggetti smarriti? Cosa siamo tenuti a fare per conservarlo? Questo spettacolo lo chiarisce».  

Persino Barcellona gli renderà omaggio ad aprile con la mostra “Pasolini Roma” con manoscritti originali di poesie, romanzi, saggi e articoli, lettere, sceneggiature, storyboard, disegni, dipinti, sequenze tratte dai suoi film, interviste, documentari, fotografie e installazioni. Alla mostra, inoltre, si affianca una retrospettiva integrale alla Filmoteca de Catalunya. Naturalmente le iniziative non finiscono qui. La sua amica Dacia Maraini ha scritto “Caro Paolo” edito da Neri Pozza, un epistolario in cui la scrittrice rievoca ricordi di momenti condivisi con P.P.P. e Alberto Moravia. Sullo stesso tema il saggio “Moravia e Pasolini. Due volti dello scandalo” di Renzo Paris edito da Einaudi. La casa editrice Garzanti ha mandato in libreria “Le lettere” di Pasolini, con una cronologia della vita e delle opere, nella nuova edizione a cura di Antonella Giordano e Nico Naldini. Il libro raccoglie per la prima volta in forma completa l’epistolario dell’autore e integra il corpus finora noto con oltre 300 lettere inedite, ritrovate in anni di studio dai curatori Giordano e Naldini (quest’ultimo scomparso nel 2020) negli archivi di fondazioni, biblioteche e istituti culturali, con ricerche presso i destinatari e i loro eredi. Tra gli inediti, lettere a Paolo Volponi, Elsa Morante, Gianfranco Contini, Giuseppe Ungaretti, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Vanni Scheiwiller. A introdurre i testi, la nuova cronologia della vita e delle opere di Pasolini che segue l’impianto ideato da Nico Naldini, ampliato con gli studi e i ritrovamenti degli ultimi anni.

Così scrive Emanuele Trevi: «Pasolini è divenuto fatidico per me. Ma che vuol dire fatidico? Significa risonante? Significa che determina una svolta? Ecco, proprio una svolta no: ma che un nome, ovvero una presenza, cambia il paesaggio in cui nasce, lo determina; e che questo paesaggio a sua volta, lo volesse o no, contribuisce a modificare lo stesso libro. Prima Pasolini non c’era; ora Pasolini c’è. La differenza con gli autori della medesima importanza, se non superiore, è che questo nome non riguarda solo le persone che si interessano di arte: letteratura, teatro, cinema. Riguarda tutti, anche chi il nome dello scrittore friulano lo ha solo sentito. In altri termini, significa che Pasolini non fu solo un «artista», divenne (volle anche diventare) un personaggio, volle appartenere alla vita pubblica, influire su di essa. In un modo o nell’altro, in tempi più o meno lunghi, di sicuro vi riuscì. Oggi siamo perfino incerti se egli fu più un autore o un personaggio. Penso ad un uomo che gli somiglia, a Oscar Wilde».

L’ultima delle Lettere di Pasolini curate da Antonella Giordano risale, giorno più giorno meno, alla metà di ottobre del 1975L’imminenza della morte all’Idroscalo di Ostia, nella notte tra il 1° e il 2 novembre, carica queste poche righe scritte di fretta a Graziella Chiarcossi di una solennità del tutto involontaria e accidentale.