Vladimir Putin (foto depositphotos)

Il presidente russo Vladimir Putin ha decorato la 64a brigata di fucilieri. La stessa brigata che l'Ucraina ha accusato di aver partecipato ai massacri di civili commessi a Bucha, vicino a Kiev.

Putin ha firmato un decreto che concede a questa brigata il "titolo onorifico per l'eroismo e tenacia, determinazione e coraggio" dei suoi uomini, ha reso noto il Cremlino.

Stiamo parlando del luogo dove è morta una persona su cinque tra coloro che non hanno potuto o saputo fuggire dalla città sottoposta al terribile assedio russo. Bucha è il nome dell'orrore, la cicatrice indelebile di un crimine spaventoso.

"Sono convinto che voi, soldati e ufficiali – ha detto Putin – continuerete a essere fedeli al giuramento, a servire la Patria con onore, a garantire in modo affidabile la sicurezza e la vita pacifica dei nostri cittadini".

Si tratta di un messaggio alle truppe, l'invito palese e compiaciuto a proseguire un lavoro evidentemente ben fatto. L'incitamento a farlo ancora: uccidere, violare, stuprare. Lui e i suoi soldati uniti nel vincolo di una complicità immorale spacciata per spirito di corpo.

Demagogia spicciola, propaganda greve: come con la ragazzina di 12 anni, un'orfana ucraina, esibita alla tv di Stato per farle dire quanto siano stati buoni e bravi i soldati russi e come l'abbiano trattata bene.

Putin premia la brigata per "atti di eroismo". "Intendi per l'omicidio di bambini e lo stupro di donne?", chiede sarcastico Mykhailo Podolyak, capo negoziatore dell'Ucraina e consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. Ma a stiracchiare un mezzo sorriso non ci si riesce proprio.