Di Silvana Mangione

I Consiglieri di minoranza del Com.It.Es. hanno chiesto la convocazione di una riunione straordinaria per discutere la situazione di infrazioni di legge che perdura. La riunione è stata indetta con la seguente nota ufficiale:

"Gentili Consiglieri,
siete convocati per una nuova seduta plenaria del COMITES, che avrà luogo il giorno 11 Ottobre 2022 alle ore 18:30.
Ordine del Giorno:
1) Fatti di pubblica notorietà alle elezioni politiche;
2) Varie ed eventuali.
Cordiali saluti.
Pascual Micucci.
Presidente COMITES"

L'unico punto all'ordine del giorno è un miracolo di intelligenza politica stile "balena bianca che fu", quella parte della Democrazia Cristiana che, da un certo punto della sua storia in poi, diventò fedele al motto: "La legge si applica ai nemici e si interpreta per gli amici". I risultati di quel modus operandi finirono per distruggere la DC e, con essa, la cosiddetta Prima Repubblica in Italia. In Uruguay, evidentemente, quel motto nefasto continua a ispirare diverse realtà istituzionali. Sappiamo che l'Ambasciatore Iannuzzi ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica, il 23 settembre scorso, in seguito alla denuncia fatta dal quotidiano Gente d'Italia con riferimento al reato commesso in flagranza dal Vice Presidente e Consigliere del Com.It.Es., Consigliere del CGIE e deputato supplente del Parlamento uruguaiano, Aldo La Morte.  Non conosciamo il contenuto dell'esposto, ma siamo al corrente della natura e della gravità del reato commesso da La Morte, che ha filmato se stesso mentre insegnava a votare per il MAIE, usando il certificato elettorale intestato e sottratto a un'altra persona. Poi ha postato il video sui social, incriminandosi da solo. Malgrado la denuncia, cui si è aggiunta quella di Roberto Zanni, che ne ha dato notizia su Gente d'Italia; malgrado il clamore di voci, proteste e richieste di dimissioni da tutte le sue cariche, Aldo La Morte, imperterrito, guida il Com.It.Es. dalla sua posizione privilegiata di Vice Presidente e manovratore delle azioni del Comitato, in attesa di essere convocato all'insediamento del CGIE. È da notare che in Uruguay, nonostante la consistenza della comunità, viene istituito solo un Com.It.Es., perché esiste soltanto una Cancelleria Consolare presso l'Ambasciata. L'assemblea elettorale che ha votato La Morte era quindi formata dai Consiglieri Com.It.Es., a schiacciante maggioranza lamortiana perché anche i cooptati sono stati scelti da quella stessa maggioranza, nonché da un manipolo di rappresentanti di Associazioni locali, che sembrano selezionati ad usum delphini. Domani sera, il Com.It.Es. dovrà affrontare una situazione davvero spinosa, quella riassunta nell'elegante frase: "Fatti di pubblica notorietà alle elezioni politiche". Che faranno i seguaci–sostenitori di La Morte, avvalendosi della loro schiacciante maggioranza? Gli scenari possibili non sono molti e, tranne uno, non fanno ben presagire. Quello ottimale è che la suddetta schiacciante maggioranza lamortiana dei Consiglieri – inclusi quelli che non masticano bene l'italiano e, perciò, forse, nemmeno i dettami della legge istitutiva – abbiano uno sprazzo, un sussulto, una presa di coscienza del proprio ruolo istituzionale. Un ruolo che richiede di ottemperare all'etica e alla trasparenza dei comportamenti, dovuti da ogni eletto a una carica pubblica. In questo auspicabile, quanto improbabile, caso, il Com.It.Es. potrebbe chiedere a La Morte formalmente e all'unanimità (meno uno, La Morte in persona) di dimettersi. In questa felice ipotesi, La Morte accetterebbe il verdetto del Comitato, presentando le proprie dimissioni, non soltanto dal Com.It.Es.. In caso negativo, i Consiglieri potrebbero allora votare all'unanimità (meno uno) la sfiducia contro La Morte per togliergli almeno la carica di Vice Presidente, mandando così finalmente un segnale di comprensione della dignità del consesso di cui fanno parte e di rispetto della legge e dei voleri della collettività. Un altro scenario è quello in cui La Morte dà le dimissioni dal Com.It.Es., ma la sua schiacciante maggioranza rifiuta di accettarle, coprendo con la famosa foglia di fico della "pruderie" falsa e bigotta tutte le azioni compiute dal suo leader. L'ultima ipotesi è quella dell'eterno spazzare la polvere sotto il tappeto, usando l'incontro soltanto per raccontare una versione edulcorata di quanto è successo, questionando invece i perpetratori del delitto di lesa maestà contro Aldo La Morte e chiudendo con un nulla di fatto. Fondamentale, comunque, sarà la presenza e il comportamento del rappresentante diplomatico–consolare che, ai sensi dell'Art. 5, comma 6, della legge istitutiva: "partecipa alle sedute del Comitato, senza diritto di voto", ma certamente con diritto di parola e con il dovere di far rispettare le leggi, tutte, a partire dalla Costituzione italiana. Sarà anche cruciale che si consenta alla stampa e agli altri strumenti di informazione locale di essere presenti, nella loro funzione di quarto potere, a difesa dei legittimi interessi di informazione della comunità. Lacitata notte dei lunghi coltelli fu quella fra il 30 giugno e il primo luglio del 1934, quando le SS e la Gestapo trucidarono tra 150 e 200 oppositori di Hitler e usarono per la prima volta i forni crematori. Sappiamo che cosa ne derivò. Questa sera, alla riunione del Com.It.Es. ovviamente non scorrerà il sangue e non verrà acceso alcun forno, nemmeno quello a legna per cuocere la pizza. Ma se questa sera non verranno date e accettate le dimissioni di La Morte, se l'autorità diplomatico–consolare non eserciterà la propria capacità di corretto indirizzo delle azioni del Comitato, se non saranno ammessi pubblico e stampa, verranno bruciati tutti i principi sanciti nella Costituzione italiana, la più bella del mondo, da cui nasce la nostra democrazia. Ne uscirà gravemente lesa la fiducia della comunità nell'operato degli organismi elettivi e nel dovere di controllo della trasparenza degli atti, commessi dai loro componenti, da parte delle autorità diplomatico–consolari. Non basta. Forse sarà difficile dimostrare davanti ai giudici in toga la correità di coloro che – ex post facto – proteggono, con le omissioni di atti derivanti dalla propria carica, il reato in flagranza di qualcuno e agiscono in modo da impedire che si torni alla corretta applicazione della legge. Ma è chiaro che chi si arrocca nella difesa a oltranza di un colpevole di reato diventa moralmente correo e contribuisce alla caduta libera del consenso dei cittadini nell'organizzazione dello Stato, dimostrato dal calo crescente e rovinoso della partecipazione al voto parlamentare e referendario in Italia e all'estero. Così facendo si uccidono l'esercizio della democrazia e la democrazia stessa. E, come nella notte dei lunghi coltelli, si conferma la nascita delle dittature, per quanto piccole, circoscritte e meschine, possano essere, nel caso che stiamo contemplando.