Giorgia Meloni (Depositphotos)

Manovra, il tempo stringe. È iniziato il conto alla rovescia per l'esame della legge di Bilancio da parte della Camera dei Deputati, previsto il prossimo 20 dicembre. La norma, negli intenti della maggioranza di governo, dovrà essere licenziata, in prima lettura, entro e non oltre la scadenza di Natale per poi passare al vaglio dell'altro ramo del Parlamento (il Senato). Il rischio (da scongiurare), in caso di clamoroso flop, infatti, è quello che possa scattare l'esercizio provvisorio.

Ieri, intanto, intervenuta in un video sui social per la seconda puntata della rubrica "L'agenda di Giorgia", la premier Giorgia Meloni ha affrontato proprio l’argomento della “manovra”, toccando argomenti come, ad esempio, il bonus cultura e le commissioni bancarie sulla moneta elettronica. Ebbene: "eliminare le commissioni sui pagamenti effettuati con il pos è incostituzionale" ha detto il presidente del Consiglio, spiegando perché una norma del genere non sia stata inserita nel testo di legge attualmente all’esame delle Camere.

"C'è chi ci chiede perché non togliete le commissioni, diciamo che non possiamo farlo perché sarebbe incostituzionale. La moneta elettronica è privata, è un servizio offerto e lo Stato non può impedire a chi offre quel servizio di guadagnarci sopra una commissione" ha argomentato ancora il capo dell'esecutivo. "Probabilmente - ha quindi aggiunto la Meloni – è questa la ragione per la quale la Banca d'Italia fa le sue valutazioni sul tema dell'innalzamento del tetto al contante".

Per quanto concerne, invece, l'App 18 (il bonus ai diciottenni): "Va rivisto non abolito, anche per evitare le truffe, privilegiando, semmai, i redditi più bassi" ha ribadito la leader di Fratelli d’Italia. Tutto questo mentre, nota di cronaca, quella che si è aperta ieri si annuncia una settimana calda per quanto concerne le agitazioni. Iniziano infatti oggi e si concluderanno venerdì 16 dicembre le manifestazioni contro la Manovra indette da Cgil e Uil nelle principali piazze italiane.

Critica, invece, la Cisl che ha deciso di non aderire agli scioperi proclamati dalle altre due sigle. "Non è il momento" ha detto Luigi Sbarra, segretario generale del sindacato. "Serve, invece. Come è servito con Draghi" la replica di Maurizio Landini (Cgil).