(Foto Ansa)

di LORENZO BRIOTTI

Terminate le esequie di Papa Francesco, in Vaticano è tempo di conclave per decidere chi sarà il nuovo Papa. Anche all’interno della Santa Sede ci sono diverse correnti “politiche” che attraverso le alleanze avranno un peso nella nomina del nuovo Pontefice. Vediamo nello specifico quali sono e quanti sono i conservatori, i moderati e i progressisti tra i cardinali che eleggeranno il nuovo vescovo di Roma.

Conclave breve, il nuovo Pontefice un comunicatore come fu Papa Francesco

Innanzitutto c’è da dire che il conclave inizierà il prossimo 7 maggio con una messa e non sarà un conclave lungo. A dirlo è il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, ossia quella che fu la diocesi di Joseph Ratzinger. Marx è rappresentante di un episcopato cruciale e allo stesso tempo “avanzato” come quello tedesco, di cui è stato anche presidente. Per Marx, uno dei tre cardinali tedeschi che voteranno nella Sistina e già stretto collaboratore di Francesco come membro del “Collegio dei cardinali” e coordinatore del Consiglio per l’Economia, il futuro Papa deve essere comunicativo e deve “mettere al centro la credibilità del Vangelo”. In altre parole, una sorta di “continuatore” del Pontefice scomparso almeno su comunicazione e apertura ai temi del Vangelo.

Chi tra i cardinali non era presente al funerale del Papa sta confluendo in queste ore a Roma. All’interno della Cappella Sistina intanto, si stanno mettendo a punto le postazioni per il voto.

I 133 cardinali “elettori”

In tutto i cardinali sono 252. Tra questi, solo 136 hanno diritto di partecipare all’elezione del papa: coloro che hanno più di 80 anni sono infatti esclusi dal voto. A causa di problemi di salute, a Roma non ci saranno però due arcivescovi. Oltre a loro mancherà anche il cardinale Giovanni Angelo Becciu che a causa di una condanna a 5 anni per peculato e abuso d’ufficio, come deciso da Papa Francesco prima della sua morte, non potrà partecipare.

Tra tutti i cardinali, ben 110 sono stati nominati da Bergoglio. Non tutti sono però vicini alle idee innovatrici di Papa Francesco. All’interno del Collegio cardinalizio, stando al Times ci sono infatti cinque correnti: progressisti, progressisti morbidi, moderati, conservatori morbidi e conservatori. Il blocco più grande è composto da quello dei progressisti e progressisti morbidi. Nessuna fazione detiene però una chiara maggioranza e sarà quindi necessario costruire un largo consenso per eleggere il nuovo Papa.

I 17 cardinali “progressisti” nel Conclave

Tra i cardinali progressisti il più noto è il Segretario di Stato Pietro Parolin che ha svolto un ruolo chiave con Papa Francesco. Tra loro c’è anche il cardinale lussemburghese Hollerich che sostiene il sacerdozio alle donne, un allentamento delle regole del celibato e la benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso. Tra i favoriti di Papa Francesco c’è il cardinale Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal maggio 2022. Appartiene a questo gruppo anche il 68enne cardinale maltese Grech, molto vicino alla comunità Lgbt.

I 45 “progressisti morbidi”

In questo gruppo formato da 45 cardinali c’è il cardinale filippino Tagle, soprannominato il “Francesco asiatico” per la sua vicinanza ideologica a Bergoglio. È considerato uno dei candidati favoriti nella corsa al papato anche per il fatto che la Chiesa Cattolica ormai da anni punta molto sull’Asia. Di questo gruppo fa parte anche il cardinale africano Turtkson che ha guidato la Chiesa su questioni di giustizia sociale. Di quest’ultimo sono note anche le sue posizione critiche nei confronti del neoliberismo.

I 25 cardinali “moderati”

Nel gruppo dei 25 moderati c’è l’arcivescovo di Marsiglia Jean Marc Aveline. È originario dell’antica colonia francese dell’Algeria e viene descritto come una figura liberale su cui però possono confluire molti voti viste le sue capacità nel cercare consensi.

I 47 i cardinali “conservatori morbidi”

In questa corrente formata da 47 cardinali, la più numerosa il cardinale 72enne ungherese Peter Erdő noto per essere a favore della Messa in latino, per essersi opposto alla comunione per i divorziati e per aver definito l’accoglienza dei migranti “una tratta di esseri umani”. Vicino a Orban, con Erdő si tornerebbe a un’impostazione wojtyliana del Papato nei temi cruciali come vita e famiglia e nella struttura gerarchica. C’è poi il patriarca latino di Gerusalemme cardinal Pizzaballa, che ha guadagnato importanza grazie al suo ruolo nel conflitto tra Israele e Gaza. Presente in questo gruppo anche l’arcivescovo 65enne di Kinshasa Ambongo Besungu, noto per il suo ruolo chiave nella diffusione del cattolicesimo in Africa.

I 4 cardinali “conservatori” nel Conclave

Nel conclave ci sono infine 4 cardinali conservatori. Tra loro c’è il 79enne Sarah originario della Guinea. Ha una grande esperienza dato che è in Vaticano dal 2001 rivestendo diversi ruoli. Sarah ha delle posizioni molto critiche su omosessuali e Lgbt. Raymond Leo Burke viene invece dallo Stato americano del Winsconsin e viene descritto come una voce del tradizionalismo all’interno della Chiesa. Burke non ha mancato di scontrarsi con Papa Francesco per le sue aperture su diversi temi.