di CRISTINA ROSSI
ROMA – L’annuncio è stato dato questa mattina, lunedì 6 ottobre, in Svezia la Karolinska Institutet di Stoccolma: Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi hanno vinto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2025 per “per le loro scoperte sulla tolleranza immunitaria periferica”.
LA SCOPERTA DELLE “GUARDIE DI SICUREZZA”
I tre scienziati- due di nazionalità statunitense e il terzo giapponese- sono stati premiati per gli studi sui meccanismi che evitano al sistema immunitario di danneggiare il corpo umano e per aver individuato le “guardie di sicurezza” del sistema immunitario – le cellule T regolatorie (Treg). Gli studi hanno in sostanza riguardato come funziona il nostro sistema immunitario e hanno cercato di spiegare perché non sviluppiamo tutti malattie autoimmuni.
UN PREMIO DA 1 MILIONI DI EURO
Il premio Nobel per la Medicina nel 2025, come negli anni recenti, ha un valore di 11 milioni di corone svedesi. Questo importo, che è di circa 1 milione di euro (al cambio attuale), viene finanziato dagli interessi sul capitale donato da Alfred Nobel e viene distribuito tra i vincitori.
L’anno scorso invece il Premio Nobel per la Medicina è stato assegnato agli scienziati americani che hanno scoperto i microRNA: Victor Ambros, professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università del Massachusetts, e Gary Ruvkun, professore di genetica presso la Facoltà di Medicina di Harvard. Finora sono stati assegnati 114 Nobel per la Medicina, il più giovane degli insigniti aveva 31 anni (Frederick G. Banting nel 1923) e il più anziano 87 (Peyton Rous nel 1966), 13 le donne.
I VINCITORI, CHI SONO
Mary E. Brunkow, è biologa molecolare, classe 1961, lavora all’Institute for Systems Biology di Seattle.
Fred Ramsdell, immunologo, nato nel 1960, è fondatore e consulente scientifico all’istituto Sonoma Biotherapeutics di San Francisco, dall’inizio del 2016 è direttore di ricerca presso il Parker Institute for Cancer Immunotherapy di San Francisco. Brunkow e Ramsdell sono di nazionalità statunitense.
Il terzo vincitore, Shinon Sakaguchi, è giapponese. Sakaguchi è infatti un immunologo e professore emerito dell’Università di Osaka. È conosciuto soprattutto per la scoperta delle cellule T regolatrici insieme a Ramsdell e per aver descritto il loro ruolo nel sistema immunitari.
“SCOPERTE PER MALATTIE AUTOIMMUNI, CONTRO IL CANCRO E PER PREVENIRE IL RIGETTO DAI TRAPIANTI DI STAMINALI”
“I premi Nobel hanno identificato le guardie di sicurezza del sistema immunitario, le cellule T regolatrici, gettando così le basi per un nuovo campo di ricerca”, ha spiegato Olle Kämpe, presidente del Comitato Nobel. “Le scoperte hanno anche portato allo sviluppo di potenziali trattamenti medici che sono ora in fase di valutazione in studi clinici. La speranza è di riuscire a trattare o guarire le malattie autoimmuni, fornire trattamenti più efficaci contro il cancro e prevenire gravi complicazioni dopo i trapianti di cellule staminali”. In definitiva, “le loro scoperte sono state decisive per la nostra comprensione del funzionamento del sistema immunitario e del motivo per cui non tutti sviluppiamo gravi malattie autoimmuni”, ha concluso la presidente del Comitato Nobel.
GLI STUDI CHE HANNO PORTATO AL RICONOSCIMENTO
A supporto delle motivazioni che hanno portato ad attribuire i prestigioso riconoscimento si legge inoltre nella relazione del comitato: “Shimon Sakaguchi stava nuotando controcorrente nel 1995, quando fece la prima scoperta fondamentale. All’epoca, molti ricercatori erano convinti che la tolleranza immunitaria si sviluppasse solo grazie all’eliminazione di cellule immunitarie potenzialmente dannose nel timo, attraverso un processo chiamato ‘tolleranza centrale’. Sakaguchi dimostrò che il sistema immunitario è più complesso e scoprì una classe di cellule immunitarie precedentemente sconosciuta, che protegge l’organismo dalle malattie autoimmuni”.
Successivamente “Mary Brunkow e Fred Ramsdell fecero l’altra scoperta fondamentale nel 2001, quando presentarono la spiegazione del motivo per cui uno specifico ceppo di topi fosse particolarmente vulnerabile alle malattie autoimmuni. Avevano scoperto che i topi presentavano una mutazione in un gene che chiamarono Foxp3. Dimostrarono anche che mutazioni nell’equivalente umano di questo gene causano una grave malattia autoimmune, l’IPEX”.
E ancora “due anni dopo, Shimon Sakaguchi fu in grado di collegare queste scoperte. Dimostrò che il gene Foxp3 regola lo sviluppo delle cellule da lui identificate nel 1995. Queste cellule, ora note come cellule T regolatrici, monitorano altre cellule immunitarie e garantiscono che il nostro sistema immunitario tolleri i nostri tessuti”.
In definitiva: “Le scoperte dei vincitori hanno dato il via al campo della tolleranza periferica, stimolando lo sviluppo di trattamenti medici per il cancro e le malattie autoimmuni- si legge infine nella relazione- Ciò potrebbe anche portare a trapianti più efficaci. Molti di questi trattamenti sono ora in fase di sperimentazione clinica”.