“L’utopia è diventata realtà. Sarà democrazia diretta”. Parla con grande felicità Ivana
Mainenti, candidata italouruguaiana del Movimento 5 Stelle raggiunta telefonicamente da Gente d’Italia subito dopo la notizia dei risultati di queste elezioni. Una vittoria netta quella dei 5 Stelle che per la Mainenti significa un’occasione per andare al Governo nonostante l’assenza di una maggioranza certa che possa reggere i numeri in Parlamento: “Noi siamo già la maggioranza. Siamo il primo partito in Italia e oggi abbiamo raggiunto la maturità necessaria per governare mentre gli altri cercano di scambiarsi le poltrone. Andremo dal presidente Mattarella con il nostro programma e vedremo chi ci sta ma noi non saremo alleati di nessuno”.

Cosa dovranno aspettarsi dunque i cittadini italiani in Uruguay? “Noi seguiremo solo ed esclusivamente il nostro programma. Non ci saranno sorprese” ripete con decisione. Vediamoli sinteticamente, i punti principali di questo programma come già anticipato nei giorni scorsi: innalzamento delle pensioni minime a 780 euro, riapertura del Consolato di Montevideo e potenziamento dei servizi, riforma del voto all’estero con un sistema on line
libero e sicuro, tagli ai costi della politica e assistenza sanitaria gratuita per i cittadini italiani maggiori di settant’anni emigrati all’estero nei loro rispettivi paesi di residenza.

“Fare, non promettere. Questo è il nostro motto”. Se da una parte c’è entusiasmo per lo storico risultato raggiunto da una nuova forza politica alla sua seconda partecipazione, oltre i confini nazionali lo scenario è completamente diverso. I dati -in attesa di essere confermati- situano il M5S al terzo posto dietro il Partito Democratico e la coalizione di centro destra. Impietosi però sono i numeri della circoscrizione dell’America Meridionale che vede il partito più votato in Italia sprofondare all’ottavo posto con meno del 5%. In Uruguay va un po’ meglio, sesto posto e un adesione che si dovrebbe aggirare intorno al 7%.

“Il risultato globale dell’estero con il 17% non è male” commenta Ivana Mainenti specificando che il problema sta nel fatto che “la gente forse ancora non ci conosce”. “Un po’ è anche colpa nostra”, ammette riferendosi al caso uruguaiano dove nel 2013 non si presentò alcun candidato. “Mi auguro però che adesso anche gli italouruguaiani possano
informarsi su di noi, sulle nostre attività e su quello che facciamo attraverso il web. Tutto il mondo ci conoscerà”.

Nel voto estero non mancano le polemiche come è successo anche in passato. “Sono stati commessi tanti illeciti e posso dire che noi vigileremo con grande attenzione”. Il riferimento è alla denuncia del programma televisivo le Iene che ha testimoniato un caso di compravendita di voti in Germania. “Quanto sono reali questi dati che abbiamo oggi? Quanti sono stati i voti veri e quanti invece quelli comprati? Le mie sono solo domande perché se una cosa del genere è successa in Germania non è detto che non possa ripetersi anche in Sud America”.

Dure parole anche sulla realtà vissuta dagli elettori italouruguaiani: “Vogliamo sapere quanti plichi sono stati mandati con ritardo e quanti sono stati stampati. In Uruguay inoltre c’è stata una scarsa diffusione da parte delle istituzioni ma in ogni caso credo che ci sia stata una partecipazione regolare”.

Matteo Forciniti