Dopo lo scandalo, il contrattacco. Facebook prova a respingere le accuse e le rimpalla a uno stretto collaboratore di Donald Trump, l'ex stratega Steve Bannon. La vicenda è quella legata a Cambridge Analytica, la società che raccolse dati personali degli utenti per meglio pianificare messaggi e contenuti elettorali. Contenuti in massima parte populisti e tesi a fomentare sdegno e sconcerto.

"Bannon avrebbe voluto testare su milioni di profili l'efficacia dei suoi messaggi", ha ribadito Chris Wylie, l'impiegato che ha vuotato il sacco sull'incresciosa vicenda dei dati svelati e utilizzati a scopi politici, in un'intervista al Washington Post che minaccia di minare la credibilità del presidente Trump e del suo staff.

"Siamo stati ingannati e siamo profondamente indignati per quanto accaduto", ha intanto sottolineato Facebook, che ha promesso indagini accurate per chiarire le esatte responsabilità per quanto accaduto.