Una dozzina di scatole contenenti rifornimenti, messaggi e mappe, sono state calate con delle corde in una fessura della grotta nel nord della Thailandia dove sono dispersi ormai da sette giorni 12 ragazzini (tutti tra i 12 e i 16 anni) membri di una squadra di calcio e il loro giovane allenatore di 25. In ogni "scatola della speranza" vi sono cibo, bevande, medicine di base, una penna, una torcia, una candela e una mappa.

I MESSAGGI PER I GIOVANI DISPERSI
"Se ricevi questo messaggio, segna sulla mappa dove vi trovate. Verremo subito a salvarvi", recita un messaggio indirizzati ai giovani calciatori. Al momento i soccorritori ignorano se i ragazzi si trovino nel punto in cui sono state calate le scatole. E' la seconda volta che viene fatto calare del cibo, ma anche la prima che si tenta di comunicare con i dispersi, i quali non hanno dato, finora, alcun segnale di vita.

FERITO UN SOLDATO
In mattinata le operazioni di salvataggio dei ragazzi thailandesi erano state momentaneamente sospese, dopo che un soldato impegnato negli sforzi di prosciugamento dell'ingresso della cavità, era rimasto fulminato da una scarica elettrica dei macchinari usati. Il soldato è stato trasferito in un vicino ospedale.

LE PAROLE DEL GOVERNATORE
"Stiamo portando avanti un piano A e un piano B. L'acqua si sta abbassando ma è ancora troppo alta", aveva spiegato in precedenza il governatore della provincia di Chiang Rai, Narongsak Osotthanakorn.

I DUE PIANI D'AZIONE
Il piano A prevede operazioni di scavo per fare defluire l'acqua, mentre altri soccorritori stanno cercando vie d'ingresso alternative. Al momento squadre a piedi, con l'ausilio di droni, hanno trovato tre possibili entrate.

I SOCCORRITORI SI CALANO IN UN'APERTURA
In una di queste, un vero e proprio varco aperto dalle squadre di ricerca, alcuni soccorritori sono riusciti a calarsi. Prima di far scendere i soccorritori è stata calata una corda lunga 40 metri, verificando che il fondo non è allagato. Tuttavia non è chiaro se, una volta arrivati in fondo, i soccorritori potranno raggiungere il luogo, ancora sconosciuto, dove si trovano i ragazzi e il loro allenatore.