Moño Azul, azienda argentina fondata nel 1961, pioniera nella produzione ed esportazione di frutta fresca, con sede nella valle di Rio Negro e Neuquen, nord della Patagonia, è poi entrata a far parte della GF Group, Glenalta Food, che recentemente, nel 2017, attraverso una fusione, ha assunto il nome di Orsero Spa.

Moño Azul annualmente esporta la propria produzione in Brasile, Stati Uniti, Russia, Canada, Europa, tra i primi cinque esportatori argentini di pere e mele. Ora l'azienda italiana è entrata nel raggio di interesse della Patagonian Fruits che ne sta trattando l'acquisto, nonostante la regione della Patagonia da qualche anno stia attraversando una crisi che ancora non è arrivata alla fine e che ha visto coinvolta la stessa Moño Azul che un paio di mesi fa ha chiuso lo stabilimento che si trovava a General Roca.

Ma non è stata la sola perché le stesse decisioni sono state assunte anche da altri importanti nomi del settore della frutta come Expofruit che, sempre a General Roca e Allen ha dovuto chiudere due impianti mettendo sulla strada 260 lavoratori. Le trattative per il cambio di proprietà non sono state né confermate, ma nemmeno commentate dalle due entità, quello che invece si sa è che Moño Azul ha attualmente un debito bancario valutabile sugli 8 milioni di dollari, un rosso dovuto, in gran parte, ai problemi derivanti da mancati incassi.

Una situazione non brillante, con l'aggiunta anche di un calo nelle esportazioni che comunque non ha frenato la Patagonian Fruits Tarde (PFT) dall'avviare le trattative per inglobare un nome che nel settore della frutta è importante ed è anche conosciuto a livello internazionale, un po' in tutti i continenti.

Moño Azul, è stato spiegato dagli analisti finanziari, ha tuttavia ancora grandi possibilità sul mercato, ma per riuscire a rendere concrete le proprie potenzialità necessita di un elevato livello di finanziamenti che PFT sarebbe in grado di garantire. Attualmente la Moño Azul ha una forza lavorativa calcolata in 210 addetti permanenti, mentre i lavoratori stagionali, che ovviamente dipendono dalla bontà dei raccolti, arrivano a superare anche le 1300 unità.