Salvini e la sua Lega hanno terminato la cavalcata trionfale che li ha proiettati oltre il 27% dei voti in Abruzzo o, se volete, a ridosso del 30 per cento. La frenata è arrivata in Sardegna, dove non sono arrivati a quota 12, finendo dopo l’odiato Pd. “La Lega ribolle per il governo in panne” è il titolo di Repubblica a un articolo di Carmelo Lopapa sul percorso a ostacoli che attende ora Matteo Salvini se “vuole evitare l’effetto contagio”.

Salvini è stretto fra Scilla e Cariddi: il rischio dell’abbraccio mortale del Movimento  5 stelle: il rischio d’immagine, meno grave ma abbastanza pesante, di tornare con Berlusconi, unito al fatto che Berlusconi è prigioniero del proprio mito e potrebbe solo combinare dei guai. Non si deve  mai dimenticare che Berlusconi non fa politica per un’idea ma usa una idea per difendere le sue televisioni.

Che Salvini debba sganciarsi dai grillini ormai lo capiscono anche i sassi. Il nodo della sua strategia è in queste parole, “Non tornerò mai più col vecchio centrodestra”, dette il giorno dopo il voto in Sardegna. Interpreta Lopapa: “Vecchio no, ma di uno nuovo di zecca, rimodellato a sua immagine e somiglianza, ne ha bisogno eccome: sarà la sua scialuppa di salvataggio. Purché deberlusconizzato”.

Berlusconi però non è uno qualunque. L’errore dei suoi avversari è stato sempre quello di metterlo al loro livello. Invece Berlusconi è sempre un miglio avanti a tutti gli altri, in questo, oltre che nelle motivazioni della sua azione politica, consiste la sua pericolosità. Infatti, nota Lopapa, Berlusconi “sogna” di dare una lezione a Salvini già in Basilicata dove si vota tra un mese: “Ha pianificato non a caso un blitz a Potenza e Matera fin da questo fine settimana”. Non si rassegna alla sua età, avendo compiuto 82 anni nel settembre del 2018.

E non si rassegna al fatto che il nuovo che avanza non è più l’amicone (più o meno) Umberto Bossi, ma il giovane Matteo Salvini, che ha la metà dei suoi anni e è spietato come un doberman. Così la butta sulla barzelletta paragonando Salvini ad Angelino Alfano: “Inizia a ricordarmelo” avrebbe detto Berlusconi al telefono con qualcuno dei suoi: “Matteo sta tirando troppo la corda, si è convinto di essere autosufficiente ma dimentica che in Italia le elezioni si vincono coi moderati”. E spera: “Dopo il disastro di questo anno al governo avrà ancora bisogno di noi”.

Gli fa eco Francesco Verderami sul Corriere della Sera: “”Alla fine Salvini sarà costretto a tornare con noi”, dice Berlusconi”. Dopo le Elezioni Europee “può succedere di tutto”, anticipa Lopapa. “Soprattutto se gli equilibri di maggioranza risulteranno sovvertiti. È la ragione per la quale Salvini da questo momento si è intestato la missione di costruire una scialuppa di salvataggio per garantirsi la permanenza al governo anche dopo il 26 maggio.

Obiettivo è “un nuovo centrodestra a trazione leghista” puntando, “ma fino a un certo punto”, sul progetto di Giorgia Meloni coi governatori Toti (Liguria) e Musumeci (Sicilia), col pugliese Raffaele Fitto: un nuovo soggetto politico sovranista da lanciare dopo il voto di maggio. In Transatlantico raccontano di 15-20 deputati forzisti pronti già a trasferirsi con loro, sognando di approdare in maggioranza e magari al governo dopo le Europee. Se Forza Italia poi cambiasse cavallo e scegliesse un nuovo volto, Salvini potrebbe anche ripensare l’alleanza.

Intanto Berlusconi trama per la sua parte. “Più che un disegno per ora è una scommessa”, scrive Verderami. C’è “una serie di condizioni preliminari e determinanti”: la prima è che Forza Italia superi il 10% alle Europee... “Ma il risultato elettorale da solo potrebbe non bastare, perciò l’ex premier sta costruendo i presupposti per arrivare all’obiettivo. Il suo piano prevede una guerra «a bassa intensità» con il leader del Carroccio, un pressing quotidiano che è un mix di critiche e lusinghe: se ne serve per provare a incrinare l’intesa di governo a Roma e anche per saldare un asse con i maggiorenti leghisti al Nord”.

Sergio Carli