Come ben sapete, questo Vostro e nostro giornale non è autocelebrativo. Ma per "La Gente d’Italia", è una data importante. Già, perché festeggiamo 20 anni di vita. Era il 25 aprile del 1999 quando decidemmo di intraprendere questo cammino. Con quel pizzico di sana follia che tutto sommato è presente in ogni giornalista che si rispetti. Iniziammo come mensile, poi diventammo settimanale, infine ecco la svolta che ci ha portato a far compagnia quotidianamente a Voi, che continuate a seguirci con grande affetto e interesse, a volte anche criticandoci com’è giusto che sia perché il confronto è alla base della democrazia. Già, quella democrazia di cui si sente tanto bisogno oggi e che sembra molto lontana dagli ideali di chi ci governa in Italia. Ma questo è un altro fatto. Oggi vogliamo festeggiare con Voi questa giornata e ricordare con immenso amore Maria Josette Caprio, che con il Direttore Mimmo Porpiglia diede vita a quello che poi è diventato un vero fenomeno mediatico: "La Gente d’Italia".

Una sfida che a molti sembrò folle: diventare il punto di riferimento degli italiani prima in Nord America, poi in Sud America, e oggi, grazie al Web di tutto il mondo. Una sfida accettata e vinta. Certo, ammettiamo che non sono state solo rose e fiori. Abbiamo trascorso anche periodi difficili, a volte tumultuosi. La filosofia del giornale è e resta solo una: metterci al servizio di Voi lettori, con l’obiettivo di raccontare la verità dei fatti. Anche a costo di divenire "nemici" dei cosiddetti potenti. E la nostra schiettezza nel raccontare le varie cronache (soprattutto politiche) di certo ci ha invisi ai palazzi che contano. Punendoci. Magari utilizzando le pagine di altri giornali per pubblicizzare un evento o amenità del genere. O facendoci sparire dalle agenzie di stampa di settore. Perché ci siamo permessi di scrivere - e poi confermare a voce - che la stampa italiana all'estero non è stata "tagliata" da Crimi e compagni soltanto per il fermo e deciso intervento del Presidente della repubblica Sergio Mattarella....Non dal politico di turno assurto al governo...

Pazienza, ci siamo detti. Ci perderanno loro affannati come sono a mettere in rete appuntamenti e mostre o dichiarazioni dei soliti politici a caccia di suffragi... O le veline della Farnesina... Noi no. Abbiamo la presunzione di fare del giornalismo vero. Tra la gente e per la gente. Perché i nostri unici interlocutori siete Voi, cari Lettori. Non loro.... Perché non avere padroni (a parte Voi) è qualcosa che non ha prezzo, fidatevi. E la targa che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella due anni fa consegnò al Direttore Porpiglia proprio a Montevideo è qualcosa di cui andare orgogliosi. Un premio alla carriera di un giornalista che da sempre combatte per rendere piena dignità agli italiani all’estero e che arrivò finalmente alla verità in merito alla tragedia della miniera di Monongah in West Virginia che costò la vita a 361 emigranti. Non credete a quelli che dicono che la categoria del giornalista fa parte della casta: in questi 20 anni anni i sacrifici sono stati parecchi, non ci si arricchisce a fare questo mestiere, ma si mette a repentaglio la vita privata e anche le amicizie. Perché il giornalista "giornalista" lavora 24 ore al giorno, senza se e senza ma. A differenza di quello che pensano all’interno dell’esecutivo guidato da Lega e M5S, che preferiscono silenziare la democrazia, eliminando i contributi pubblici a centinaia di media, con l’unico scopo di evitare critiche. Per evitarle, queste critiche, dovrebbero fare solo una cosa. La risposta la teniamo per noi, ma siamo certi che è anche la vostra.

LA REDAZIONE