Mount Rushmore lo conoscono in tutto il mondo. Ogni anno sono quasi 2,5 milioni i turisti che, naso all'insù, si guardano i volti dei quattro presidenti degli Stati Uniti scolpiti nella montagna. George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln riprodotti sul granito, in dimensioni da oltre 18 metri di altezza.

È la storia degli Stati Uniti che si ferma nel South Dakota e se il turismo per lo stato rappresenta la seconda fonte d'ingresso, Mount Rushmore è il luogo più visitato. Ma, chissà perchè, ci sono voluti 75 anni affinchè venisse riconosciuto ufficialmente quello che tutti sapevano: dietro allo scultore Gutzon Borglum, autore principale del progetto, c'era un italiano: Luigi Del Bianco. Anzi non dietro, ma a fianco di Borglum le capacità, l'esperienza, l'abilità dello scultore italiano si sono rivelate determinanti perchè la grande scultura arrivasse alla conclusione e venisse riconosciuta come una enorme, anche per dimensioni, opera d'arte. Così per il riconoscimento ufficiale è stato necessario, e determinante, l'impegno di Lou Del Bianco, nipote di Luigi (scomparso nel 1969) che ha scritto un libro: 'Out of Rushmore's Shadow - The Luigi Del Bianco Story'.

La storia, autentica, la verità su questo grande artista che negli States hanno voluto sempre mettere all'ombra del Mount Rushmore, senza concederli i giusti e meritati riconoscimenti. Così, anche in occasione del cinquantenario dalla morte di Luigi, Lou Del Bianco è partito per un tour che vuole toccare un po' tutti gli States e in particolare le associazioni italo-americane per raccontare, attraverso le pagine del suo libro, la vita del nonno. Ultima tappa, ma solo in ordine di tempo, l'Italian Cultural Center of Western che si trova a Springfield nel Massachusetts.

Qui, come successo nelle precedenti tappe, Lou Del Bianco racconterà del nonno, della sua vita, del suo grande lavoro. "Penso - ha spiegato Lucille Brindisi direttore dell'Italian Cultural Center - che molti italo-americani nell'area di Springfield possano relazionarsi alla storia della immigrazione e alla esperienza di cui Mr. Lous Del Bianco parla". Si tratta di un altro grande contributo offerto dalla immigrazione italiana alla crescita, alla cultura degli Stati Uniti. Un contributo però, come sottolinea Del Bianco, non celebrato dagli americani. Il nonno era capo scultore, incarico datogli da Borglum, ci sono documenti, foto, testimonianze a confermarlo, ma nonostante tutto ciò, c'è stato bisogno della caparbietà della famiglia, una volta che Luigi morì, affinchè il suo lavoro venisse considerato nella giusta maniera.

Ecco allora che il racconto portato in tour negli Stati Uniti da Lou Del Bianco culmina proprio con l'elogio dello scultore Gutzon Borglum al suo primo collaboratore Luigi Del Bianco, le fotografie, ma anche la targa che, solo poco più di un paio di anni fa, in occasione della ricorrenza del 75º anniversario della nascita del Memorial, è stata 'scoperta' intitolata proprio allo scalpellino italiano che negli Stati Uniti ci era arrivato quando aveva appena 17 anni. "Luigi Del Bianco - si legge nel libro e sono anche le parole usate da Lou nei suoi incontri attraverso gli Stati Uniti - emigrò negli USA giovanissimo e fu scelto per questo progetto per la sua straordinari capacità di scolpire le emozioni e la personalità nel granito". Ma nonostante tutto ci sono voluti decenni perchè tutto ciò fosse accettato. "Spesso - ha aggiunto Mrs. Brindisi - quello che si è imparato a scuola, nei libri di storia non è così accurato, le informazioni sono omesse, oppure sono di parte per diverse ragioni. Mr. Lou Del Bianco ha visto che si trattava del caso di suo nonno e per questo motivo, ha portato avanti una profonda ricerca per presentare, con precisione, i fatti". In poche parole per raccontare la verità.

"Spero - ha sottolineato la presidente dell'Italian Cultural Center - che le persone di discendenza italiana provino un senso di orgoglio per quelle che sono le loro origini. Si tratta di un incontro che si rivolge a tutte le età, per questo vorrei che le persone in teressate portino anche figli e nipoti. Si tratta di una occasione unica per conoscere un pezzo di storia degli Stati Uniti che è stato, ingiustamente, omesso per tanto tempo. Una opportunità per apprezzare l'importanza delle fonti primarie e la perseveranza nella ricerca della verità". Un evento così particolare, e affascinante, che l'Italian Cultural Center di Springfield, a differenza di altre manifestazioni ospitate in passato, ha deciso di sponsorizzare direttamente l'incontro con Lou Bianco. Uno sforzo voluto perchè "le parole e la lettura del libro di Bianco - ha concluso la presidente della associazione italo-americana - promettono di essere così proficue, utili a tutta la comunità".

di ROBERTO ZANNI