Si è formato a Losanna il Cln dell’affidabilità d’Italia. E’ una battuta, ma solo per una questione di rispetto: la vittoria del nostro paese nella gara di assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026, non è il risultato infatti del Fato, ma lo sbocco di un progetto attentamente preparato e curato. In cui in ballo non c’erano solo, o non tanto, le Olimpiadi che avverranno fra quasi sette anni, ma il presentissimo momento in cui l’Italia si prepara a un’altra, ben più rilevante messa alla prova della sua affidabilità - la trattativa con l’Europa sulla manovra.

Ed è a questo passaggio che la vittoria per le Olimpiadi occhieggia, ed aiuta. Che si sia trattato di una battaglia reputazionale è non solo ovvio, ma, in questo caso, anche dirompente dentro gli equilibri politici. E’ utile leggere la lista della delegazione che ha lavorato alle Olimpiadi. Ci sono il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti, leghista, e il sottosegretario con delega allo Sport, Valente, M5s; i Presidenti di Lombardia, Fontana, e quello del Veneto, Zaia; il sindaco di Milano il Pd, Sala, e quello di Cortina, Ghedina; il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, il Presidente del Cip, il Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli; Evelina Christillin, Luca di Montezemolo, Gabriele Galateri di Genola, Presidente delle Generali; glorie atletiche di ieri e oggi, l’ex Ct Marcello Lippi, l’ad dell’Inter Alessandro Antonello, Nicola Pietrangeli, Arianna Fontana, Sofia Goggia, Michela Moioli.

E’ un gruppo ampio, che attraversa varie linee politiche e istituzionali, mettendo insieme soggetti che finora sono stati rigidamente separati nel clima di scontro e settarismo che domina la politica italiana. Un forte segnale di unità del paese, insomma, sottolineato, non a caso, dal sostegno in prima persona del Presidente Mattarella, e del Presidente del Consiglio Conte. C’è chiaramente stata una regia per creare questo fronte unito. Parlando di Regia, è impossibile non vedere chi ha tirato i fili di questa operazione. E i passaggi attraverso cui è maturata.

La trazione è, ancora una volta, tutta leghista, dipanata da Giancarlo Giorgetti, che portandosi avanti con il lavoro, nel gennaio del 2019 presento’, nell’Aula Magna dell’Acqua Acetosa, la riforma del sistema sportivo italiano, che di fatto espropriava il Coni. Presente con lui al tavolo per spiegare la novità una forte delegazione di Governo: Simone Valente, M5S, il Ministro della Salute Giulia Grillo, M5S, quello dell’Istruzione Marco Bussetti, e in prima fila Matteo Salvini. La Lega, come spesso è successo in questa legislatura, ha preparato i suoi obiettivi in tempo.

Ed è la Lega infatti che incassa oggi il maggior dividendo da questa vittoria. La candidatura dell’Italia favorisce fortemente due regioni leghiste – il Veneto e la Lombardia, per cui i giochi invernali saranno un forte motore di sviluppo – e che non casualmente sono anche le stesse che pedalano fortemente per l’autonomia. Con un effetto secondario non di poco conto, quello di illuminare come la decisione del sindaco Appendino di sottrarsi alle Olimpiadi, tagli il Piemonte fuori dalla "bonanza" dei progetti economici, ricordando un’altra scelta, quella della Raggi a Roma, e rafforzando l’idea che i pentastellati sono contrari allo sviluppo del paese. Ma il vero risultato non è tutto leghista. Come si diceva, l’impulso del governo nella persona di Conte ha consentito di non escludere i 5 stelle, almeno quelli di ala governativa che hanno celebrato la vittoria dell’assegnazione.

Così come ha festeggiato il Pd di Sala e altri sindaci presenti sia nel comitato che nelle regioni che parteciperanno,. E, infine, molto si è avvertita la presenza del Capo dello Stato nel costruire questo fronte ampio. Sarà un caso che proprio a Losanna Giorgetti abbia irriso i mini-bot e il loro creatore, Borghi? E che quasi nelle stesse ore il Presidente della Consob Savona abbia dato una intervista in cui assolutamente si dichiarava a favore del rispettare le regole europee? Parole destinate a sminuire la paura dell’animo antieuropeo del maggior partito di governo.

E chissà che non siano state decisioni maturate anche con l’incoraggiamento del Presidente Mattarella, per smussare angoli del mondo leghista che maggiormente preoccupano oggi i leader mondiali. L’operazione ha pagato: su 82 paesi votanti, l’italia ha vinto al primo voto con 47 a 34 e un astenuto, superando con slancio il quorum fissato a 42. Certo non è stato un voto solo dell’Europa, ma l’indicazione non può che impattare sul nostro difficile momento in Europa. Se è vero infatti, come ben sappiamo, che il vero problema del nostro rapporto con Bruxellles nell’attuale curva, è la fiducia che si ha nell’Italia, nella sua stabilità politica, nella sua credibilità a prendere impegni, ci sono pochi dubbi che l’assegnazione olimpica prova che di credibilità l’Italia ne ha ancora molta. Un ottimo viatico dunque per le future trattative con Bruxelles.

E anche se i due passaggi non sono esattamente comparabili, proviamo a pensare al contrario – come avremmo preso una bocciatura? Non avremmo forse parlato di un nuovo voto di sfiducia nel sistema Italia? Non avremmo scritto che la bocciatura Olimpica era un pessimo viatico alla discussione sulla manovra? La verità è che questa bocciatura evitata può essere un primo segnale di correttezza e ragionevolezza che si insinua nel rovente, fin qui, panorama politico italico.

LUCIA ANNUNZIATA