Un giorno in Parlamento. Alcune onorevoli presenti scollacciate, non poche. Scostumate, vinte dal caldo insopportabile che arrostisce l’Italia. La disfida delle scollature, da destra a sinistra, non esente il Centro. Nell’aula della Camera dei deputati si bolle. E le deputate onorevoli della Repubblica si adeguano al clima torrido delle sette del pomeriggio, alleggerendosi per quanto possibile. Alleggerendosi come? Negli abiti: gonne di ridotte dimensioni, scollature parecchio osè. Si soffre comunque, a dispetto dell’aria condizionata perfettamente funzionante. Fuori la colonnina di mercurio segna trentasei gradi. Le sette del pomeriggio, all’alba della sera, a Roma. Federico Mollicone di Fratelli d’Italia chiede la parola. Viene subito zittito perché non autorizzato. Tenace e testardo però insiste, e si sfila platealmente la giacca. "Presidente…". Ettore Rosato gli intima di rivestirsi. "Si comporti seriamente". Mollicone però non demorde, ci dà dentro con evidente plateale insistenza.

"In ossequio alle pari opportunità e alla par condicio, chiedo che quello che vale per l’uomo debba valere anche per le donne. In special modo per quelle colleghe che si presentano in aula come se andassero in uno stabilimento balneare a chiedere un ombrellone e due sdraio". Una battaglia ogni giorno. Michele Anzaldi del Pd, polemico e verboso di natura, ma tutt’altro che sprovveduto nel linguaggio come nelle tesi che espone, pone l’accento su un particolare molto significativo. "Una battaglia sull’aria condizionata ogni giorno. Noi deputati chiediamo di abbassare la temperatura perché siamo coperti dalla testa ai piedi; le colleghe deputate chiedono di alzarla perché sono nude. I poveri commessi non sanno cosa fare". Un’orazione al decoro smarrito quella pronunciata a microfoni spenti, ma a voce tonante, per svelare ciò che tutti hanno notato e nessuno finora ha denunciato. Il degrado dei costumi, sotto forma di un palese slittamento verso la nudità, nelle più alte istituzioni della Repubblica.

In Parlamento impazzano canottierine e trasparenze, minigonne e ciabattine da mare. Come a una sfilata in passerella di capi per l’estate. Una sorta di Montecitorio Beach che lascia poco all’immaginazione. Si avverte tanta nostalgia per i tailleur severi di Nilde Iotti e le calze coprenti di Tina Anselmi. Pure d’estate, certo. Il fatto consiste nella diversità. Alla Camera gli onorevoli deputati hanno l’obbligo di indossare la giacca. E al Senato anche la cravatta. Le onorevoli deputate no, a loro è riconosciuta la libertà di scelta. Ne fanno uso, spesso abusandone. Non sono poche le deputate presenti alla Camera portate all’azzardo: abiti succinti, scollature da vertigini, nudità varie. Per chi se lo può permettere, sia chiaro. Vezzi, necessità, abitudini, tutte documentate da scatti rubati che riempiono le chat degli onorevoli. I casi limiti: quella dell’onorevole in sottoveste multicolore; l’altra in body di pizzo; una con slip in vista sotto i pants bianchi; ancora un’altra dal décolletè sul punto di esplodere. L’onorevole Federico Mollicone ha postato qualche scatto su Facebook. "Una roba indecente. Quando l’altra sera, alla decima ora di votazione e un caldo infernale, da morire, mi sono visto passare accanto una collega onorevole in svolazzante sottoveste da mare, non ci ho visto più".

Il risultato? Parecchi colleghi di Mollicone hanno applaudito, altri si sono abbandonati al sorriso. Il tema della scarsa, debole decenza femminile nell’abbigliamento in Parlamento è un tema molto sentito anche tra le donne onorevoli. Quelle ovviamente non appartenenti al partito delle cosiddette "nudiste accaldate". Giusy Versace, forzista, ha promosso una raccolta trasversale di firme per chiedere ai Questori della Camera di "richiamare le deputate al decoro e al rispetto dell’Aula". Funzionerà, non funzionerà? Se la risposta dovesse risultare negativa, le firmatarie riunite dalla Versace pretenderanno che "venga previsto una sorta di dress code, perché quanto si vede in questi giorni è francamente inaccettabile". Il dress code, a ben vedere, è materia sua. Sorella di Gianni, trovato cadavere in una villa di Miami, Giusy si occupa da sempre di moda. "Ci sono luoghi dove il rispetto per l’istituzione impone decoro anche nell’abbigliamento".

La corretta tesi della onorevole Versace riceve il pieno accoglimento e il plauso della collega leghista Simona Bordonali. Sempre in giacca anche quando la temperatura schizza a quaranta gradi. "In Parlamento si nota tra le donne scarsa o inesistente attenzione nel vestire". Non una roba da donne di un certo tono chiamate a svolgere un importante ruolo in qualità di onorevoli deputate della Repubblica Italiana. "Le gonne sono spesso troppo corte, le magliette eccessivamente scollate. Sarebbe necessario un po’ di buon senso in più". La deputata si è limitata al tocco leggero. Bresciana, perito aziendale, di piacevole aspetto, avrebbe potuto richiamare le onorevoli scostumate frequentatrici del Parlamento al banale rispetto del senso del pudore. L’ha fatto sì, ma in maniera morbida. Forse semplicemente elegante.

Franco Esposito