A più di un giorno di distanza dalla scoperta del corpo senza vita del finanziere americano Jeffrey Epstein, 66 anni, morto suicida in una prigione federale di Manhattan, sono ancora molti gli aspetti da chiarire. Non a caso sull'episodio sono in corso ben tre indagini: una dell'Fbi, una dell'ufficio del medico legale della città di New York e una del ministero della giustizia (da cui dipende il sistema carcerario federale).

NON ERA PIU' SORVEGLIATO SPECIALE
Al momento, quello che gli investigatori vogliono comprendere è cosa abbia portato lo scorso 23 luglio a togliere la sorveglianza speciale ad un detenuto che si sospetta abbia già tentato di togliersi la vita ai primi di luglio, dopo l'arresto e dopo che il giudice rifiutò la richiesta degli arresti domiciliari.

LUI RACCONTO' DI ESSERE STATO AGGREDITO
Non è del tutto chiaro, secondo alcuni rumors, se i segni sul collo rinvenuti allora fossero il risultato di un tentato suicidio o quello di un'aggressione. Epstein, finito in carcere perché travolto da uno scandalo su abusi sessuali e traffico di minori, raccontò di essere stato aggredito e chiamato "pedofilo", ma le autorità carcerarie lo misero comunque sotto osservazione per timore di suicidio.