E’ storia di cronaca recente la scoperta, sconcertante per certi aspetti, che nel liberale e democratico Regno Unito vengano scansionati segretamente, da società private, i volti di abitanti e turisti. Non è chiaro cosa ci facciano le suddette società con questi dati, ne da quanto tempo pratichino questo screening. Ma, è notizia certa da qualche giorno, che la tecnologia di riconoscimento facciale viene utilizzata a King's Cross (la grande stazione ferroviaria londinese) e potrebbe essere utilizzata in futuro a Canary Wharf, famoso distretto commerciale dell’East London.

Una pratica silente, insomma che risveglia Orwelliane paure. Come non pensare al celeberrimo ritratto di città controllate da telecamere ovunque, raccontato nel romanzo 1984, capolavoro dello scrittore inglese. Molti sono gli aspetti preoccupanti legati all’utilizzo di questa tecnologia. Basti pensare all’indignazione che ha suscitato nel mondo la notizia dell’utilizzazione di questa stessa tecnologia in Cina. Nella Repubblica Popolare asiatica, infatti, la sorveglianza di massa è già realtà. Una delle priorità del partito comunista cinese è quella di modernizzare il sistema di controllo sulla popolazione: telecamere, riconoscimento facciale e vocale, censura in rete e controllo dei social network. Nulla sfugge all'occhio dello Stato.

Già oggi per entrare nella celebre piazza Tienanmen bisogna passare la carta d'identità in un apparecchio che la scannerizza e ne conserva i dati. Ma come si e’ arrivati ad utilizzare questa tecnologia in Inghilterra? Come e’ possibile che in un paese altamente democratico, in silenzio, forse da anni, vengono osservati e catalogati cittadini e turisti? Le possibili risposte aprono scenari inquietanti e non solo per l’ Inghilterra, ma per tutta l’Europa. Innanzitutto una riflessione: cosa succede, ai nostri volti quando vengono scansionati dagli sviluppatori di centri commerciali, musei, centri per conferenze e casinò che, secondo alcuni, hanno anche segretamente utilizzato la tecnologia di riconoscimento facciale? Formuliamo un’ipotesi che non sembra tanto surreale.

Le suddette società potrebbero confrontare la lista di volti acquisiti con le liste di controllo della polizia, mantenere le proprie liste di controllo o condividerle con le forze dell’ordine, con altre società e altri governi. I nostri volti possono persino essere usati per addestrare gli algoritmi di apprendimento automatico implementati da regimi oppressivi come la già citata Cina. Sembra un inverosimile scenario apocalittico?

Purtroppo non è cosi. Il pericolo è reale e già presente. E’ notizia recente di cronaca che la società britannica Facewatch ha utilizzato il suo software di riconoscimento facciale per abbinare le persone alle liste di controllo della polizia e alle liste di controllo compilate dai suoi clienti. A febbraio di quest’anno, sempre la Facewatch era sul punto di firmare accordi di condivisione dei dati con la polizia metropolitana e la polizia della città di Londra, era in trattative con la polizia dell'Hampshire e del Sussex e stava testando il suo software in una grande catena di supermercati britannica, grandi eventi e persino una prigione.

Il software, che è stato addestrato sui volti delle persone a loro insaputa o senza il loro consenso, è già stato distribuito in stadi di calcio, centri commerciali e palestre in Brasile. Con oltre sei milioni di telecamere TV nel Regno Unito e 420.000 solo a Londra, e’ facile immaginare che la tecnologia di riconoscimento facciale è già diffusa capillarmente. La preoccupazione di molti osservatori poi , non è alleviata dalle classiche affermazioni che recitano che "se non abbiamo nulla da nascondere, non abbiamo nulla da temere" e che vale la pena sacrificare la privacy e le libertà civili se aiuta a catturare i criminali. Sono molti, infatti, i pericoli che questa tecnologia pone. Innanzitutto non funziona bene su persone con pelli più scure, donne e bambini. Ben oltre la metà della popolazione, dunque, e’ a rischio di essere identificata erroneamente e di dover dimostrare la propria innocenza. Fatto che viola un principio fondamentale della democrazia liberale – essere ritenuti innocenti fino a quando non viene provata la nostra colpa.

Ed infine, anche se la tecnologia di riconoscimento facciale funzionasse con un alto grado di accuratezza (non sarà mai del 100%), ci trasformerebbe purtroppo tutti in possibili sospetti, la cui innocenza deve essere dimostrata confrontandoci continuamente con le liste di controllo. Ora che il "piccolo sporco segreto" del Regno Unito è stato rivelato a tutto il mondo, il governo britannico deve correre ai ripari con una legge che tuteli i cittadini ed i turisti. La risposta di Bruxelles non tardera’ ad arrivare. Poiché il problema posto da questa tecnologia in Inghilterra è già un problema europeo". Vedremo cosa accadra’ a settembre con la riapertura delle sedute di parlamento e commissione. Intanto attenti tutti, il Grande Fratello ci osserva…

di MARGARETH PORPIGLIA