Bruno Vespa nella bufera. Il Movimento Cinque Stelle presenta un esposto all’Agcom. L’Ordine dei giornalisti annuncia l’avvio di un procedimento disciplinare. L’amministratore Rai, Salini, definisce "inaccettabili i toni" usati dal giornalista conduttore della popolare trasmissione "Porta a Porta" nell’intervista a Lucia Panigalli, al centro di un caso di femminicidio e di stalker. Ferita e perseguitata dall’ex marito. Una frase di Vespa il motivo scatenante della bufera. Sulle barricate è salita la politica, il conduttore si ritrova sotto il fuoco che gli arriva addosso da più parti. L’ennesimo classico incidente di percorso o che cosa? "In seguito alla segnalazione di una privata cittadina, il conduttore Bruno Vespa sarà sottoposto al rituale procedimento disciplinare", conferma l’Ordine dei giornalisti, fermamente intenzionato, nei suoi vertici, a non arretrare di un centimetro. Va avanti, mossa dalla frase fuori luogo pronunciata da Vespa nel corso della trasmissione "Porta e Porta".

"Lei è fortunata ". Il conduttore si è rivolto alla signora Panigalli non certo con una frase appropriata, corretta. "Sì, fortunata, perché sopravvissuta. Tante donne come lei vengono uccise". Uno scivolone di Vespa, chiaramente, nel corso dell’intervista alla donna vittima di tentato femminicidio, trasmessa martedì scorso su Rai1. Ferme le proteste di Usigrai e Ordine dei giornalisti. Al punto di costringere l’azienda a stigmatizzare l’accaduto, senza se e senza ma. L’ad Fabrizio Salini considera la "tutela e la difesa della donna un principio imprescindibile e indiscutibile della Rai, su cui non sono mai tollerabili equivoci". La Rai, tocca aggiungere, troppo spesso è portata a trattare con leggerezza gli episodi di cronaca nera. Da qui la necessità di un’ulteriore chiara precisazione. A cominciare da "Porta a Porta", la Rai e tutte le sue strutture devono aderire alla linea editoriale dell’azienda. "Che condanna con fermezza la violenza", conclude l’ad Salini.

Alcune frasi di Vespa pronunciate nel corso dell’intervista hanno scatenato un autentico putiferio all’interno della Rai. La signora Lucia Panigalli, in qualità di vittima, ha confessato il suo enorme disagio all’Ansa. La valutazione intorno a un trattamento ritenuto inadeguato è sopravvenuto a freddo. "Io profondamente offesa dal tono e dai modi usati da Vespa nel corso della trasmissione. Mi sento offesa anche a nome di tutte le donne che non sono state fortunate come me". Un guaio bello grosso. Le parole usate da Bruno Vespa sollevano ampie forti proteste e aspre polemiche. Ma il giornalista e conduttore? Sorpreso o presunto sorpreso dal can can che da qualche giorno si è scatenato sulla sua persona, prova a difendersi. "Credo sia la prima volta che un giornalista viene criticato soltanto a causa di una trasmissione per la quale viene al tempo stesso ringraziato". Da chi, poi? Vespa si riferisce all’avvocato di quella che lui definisce "la mia presunta vittima". Alla signora rinfaccia intanto l’episodio che si sarebbe verificato alla fine della trasmissione. "La Panigalli mi ha ringraziato con molta cordialità".

Parole a difesa, anzi di autodifesa, che non vengono prese in considerazione delle Commissioni pari opportunità della Federazione Nazionale Italiana della Stampa. La Fnsi, d’intesa con l’Usigrai, adotta toni di censura nei confronti di Vespa. E si chiede "come sia possibile che la Rai tolleri una tale distorsione tossica rappresentazione della violenza contro le donne, in aperta violazione del contratto di servizio e del codice deontologico". Prende posizione anche la politica, e su questo non c’è minimamente da stupirsi. Gli esponenti di alcuni partiti la buttano su un argomento che alla fine potrebbe sembrare populista. Ma forse non lo è. Maria Edera Spadoni, vice presidente del M5S della Camera: "Su temi così delicati e sulla sofferenza delle persone, quelli che svolgono il difficile compito di informare devono avere la massima attenzione e delicatezza". I grillini, evidentemente, ritengono che Vespa non abbia avuto né l’una né l’altra cosa.

Portavoce Pd nella circostanza è la vice presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio Valeria Valente. "L’intervento è stato gestito male. È arrivato il momento di richiamare i giornalisti al rispetto dei valori contenuti nel Manifesto di Venezia. La carta per la corretta informazione sulla violenza di genere che la Fnsi ha varato due anni fa". Sulla Rai, prodotto del recente disastroso sovranismo, i nuovi alleati alla guida del Governo promettono rigidità e decisionismo. Nei confronti di tutti. Anche di Bruno Vespa, che della Rai è figura istituzionale e ormai da decenni dominante. Vedremo se sarà così, ma consentiteci di avere qualche dubbio. In Italia col tempo e la paglia maturano le nespole, ma si appianano pure i contrasti più spinosi. Sempre in nome dell’interesse politico.

FRANCO ESPOSITO