"Uno dei grandi problemi che soffrono gli emigrati all’estero è quello di non poter tornare nel proprio paese natale. A volte le distanza e i tempi rendono difficile poter mantenere i contatti familiari come invece si vorrebbe". Livia Boschiero, consultrice per l’Uruguay nella consulta regionale dei veneti nel mondo, ci parla di un progetto dedicato al turismo delle radici: una tematica questa che sta vivendo negli ultimi anni a livello mondiale un vero e proprio boom contando su un bacino potenziale stimato intorno agli 80 milioni di discendenti. Proprio in questi giorni si sta sviluppando il progetto "Veneto la nostra terra" che vede anche una partecipazione uruguaiana.

L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Delta Polesine - Veneti e Polesani nel mondo di Rovigo con la collaborazione del Comune di Corbola e della Regione. Nell’ambito di questo programma, martedì mattina una delegazione di discendenti veneti brasiliani e uruguaiani è stata accolta dalla Provincia di Rovigo presso la sala del consiglio di Palazzo Celio per un saluto istituzionale con il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara.

Si tratta del sesto viaggio preparato -per la parte uruguaiana- dal Cavu, il Comitato delle Associazioni Venete dell’Uruguay attraverso l’impegno di Livia Boschiero che spiega: "Progetti come questi sono molto importanti perché consentono a tante persone di tornare nei loro luoghi d’infanzia oppure -come nel caso dei discendenti- permette di conoscere per la prima volta posti che attraverso i racconti familiari sono sempre stati al centro delle loro vite".

In tutti questi anni di organizzazione, la consultrice uruguaiana ricorda "momenti molto emotivi" che accompagnano questi viaggi: "Mi emoziona molto sapere che queste persone stanno vivendo un’esperienza molto toccante come raccontano loro stessi che vivono praticamente un sogno, un’opportunità unica per tornare oppure scoprire le proprie radici. Sentire il dialetto che si parlava a casa o in altri casi poter ritornare a parlare la propria lingua materna dopo tanti anni è molto emozionante. La Regione ci tiene molto a questo progetto e i partecipanti si sentono sempre ben ricevuti sia dalle autorità locali che dai familiari. Spesso capita che, dopo il soggiorno di 12 giorni, molti ne approfittano per restare un altro po’ di tempo viaggiando per la regione". Dall’Uruguay in totale 13 persone dai 65 anni in su hanno partecipato in questi anni a un programma che copre le spese più significative tra cui l’alloggio e il biglietto aereo.

Matteo Forciniti