"Con l'aiuto di Dio, soldati del Califfato hanno colpito un veicolo 4X4 con a bordo esponenti della coalizione internazionale crociata ed esponenti dell'antiterrorismo peshmerga nella zona di Kifri, con un ordigno, causando la sua distruzione e ferendo quattro crociati e quattro apostati". Così l'Isis ha rivendicato l'attentato contro i militari italiani a Kirkuk, nel quale sono rimasti feriti in 5, di cui 3 in modo grave. Su Site, l'autoproclamato Stato Islamico ha parlato di un attacco con un Ied (ordigno improvvisato) contro "forze crociate della coalizione" e personale curdo del contro-terrorismo. Il ritorno dell’Isis è probabilmente dovuto come temuta conseguenza degli attacchi da parte dell'esercito turco nel Nord della Siria dove le forze di resistenza curde avevano imprigionato centinaia di terroristi di Daesh.

"L'Isis ha appena rivendicato l'attentato in Iraq contro i nostri cinque militari, ai quali mando nuovamente un abbraccio e la vicinanza di tutto il governo. Ebbene, giovedì sarò a Washington proprio per la riunione della coalizione anti Isis. Il messaggio che porterò sarà molto chiaro: l'Italia non indietreggia e mai indietreggerà di un centimetro di fronte alla minaccia terroristica. Lo Stato italiano reagirà con tutta la sua forza di fronte a chi semina terrore e colpisce persone innocenti, tra cui donne e bambini", ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Solidarietà all'Italia per l'attentato è stata espressa a Bruxelles, durante il Consiglio Esteri dell'Ue, dall'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune Federica Mogherini, e dai ministri degli altri Stati membri. "Abbiamo espresso la nostra solidarietà all'Italia, come ho fatto io entrando al Consiglio, ma anche altri colleghi si sono uniti", ha riferito Mogherini. Durante il Consiglio Affari Esteri, ha continuato Mogherini, "abbiamo avuto una discussione più generale sulla necessità di mantenere alta la tensione e il lavoro sulla stabilizzazione dell'Iraq. Discutendo sulla regione del Golfo, non dovremmo mai dimenticare che ci sono Paesi, in particolare l'Iraq, ma non solo, che devono essere preservati dalle tensioni regionali e devono essere accompagnati nel loro complicato processo di consolidamento. Abbiamo ripetuto che siamo pronti a continuare a lavorare a stretto contatto con le autorità in Iraq in questo momento", ha concluso.

A testimoniare un certo ritrovato vigore da parte dell'Isis c'è anche un altro attentato, avvenuto ieri nel Kurdistan siriano, a Qamishli, in cui hanno perso la vita due preti cattolici armeni. La Turchia intanto sta iniziando a rispedire in patria i primi foreign fighters: in Germania ne stanno per tornare una decina, due invece sono di nazionalità irlandese. "La Turchia ha iniziato ad espellere i jihadisti di nazionalità europea rientrati dalla Siria rimandandoli negli Stati di provenienza: per ora non siamo coinvolti ma sarà solo questione di tempo e prima o poi ne arriveranno anche in Italia – le parole del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli - e temo sarà una questione di tempo, purtroppo, per il primo attentato jihadista in una città europea…".