Dal prossimo anno la pubblica amministrazione assumerà circa 150 mila persone nella media dei dodici mesi. Queste le previsioni del ministero guidato da Fabiana Dadone. Dati che rispondono a un turnover tornato di nuovo al 100% in tutti gli uffici pubblici. Numeri a cui si devono aggiungere gli ingressi extra finanziati con le passate manovre. Complessivamente, sommando tutto, si dovrebbe arrivare a 450-500 mila entrate nell’arco di tre anni.

TURNOVER TORNA AL 100% ANCHE PER GLI STATALI La precedente manovra aveva rinviato al 15 novembre, venerdì prossimo, lo sblocco delle assunzioni nei ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. Dopo anni di sbarramenti, in ottica spending review, cadono gli ultimi paletti al ricambio del personale, per cui la spesa per chi esce potrà essere interamente riversata su nuovi ingressi. Anzi nelle Regioni, prevede un decreto ad hoc, si potranno fare ancora più assunzioni, ancorandole a parametri diversi dai pensionamenti.

ASSUNZIONI CALIBRATE SUI BILANCI Nei territori ormai i vincoli del turnover sono stati eliminati e ora si punta a cambiare schema, con assunzioni non più calibrate sulle uscite ma sui bilanci. Laddove ci sono risorse si potranno programmare ingressi superiori ai pensionamenti. La facoltà è stata prevista nel decreto crescita e adesso c’è anche il primo provvedimento attuativo, pubblicato in Gazzetta ufficiale questa settimana.

VALORI SOGLIA O TETTI DI SPESA PER LE REGIONI Ecco che dall’inizio del prossimo anno le Regioni saranno divise in cinque fasce, a cui corrisponderanno altrettanti "valori soglia", ovvero tetti di spesa. I rapporti più generosi spettano alle realtà meno popolose.

LA POSSIBILITÀ PER LE REGIONI A STATUTO ORDINARIO In fase di prima applicazione e fino al 31 dicembre 2024, le Regioni a statuto ordinario nel limite del valore soglia, si legge nel testo, "possono incrementare annualmente, per assunzioni di personale a tempo indeterminato, la spesa del personale registrata nel 2018, in misura non superiore al 10% nel 2020, al 15% nel 2021, al 18% nel 2022, al 20% nel 2023 e al 25% nel 2024, in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale e fermo restando il rispetto pluriennale dell’equilibrio di bilancio asseverato dall'organo di revisione".

VERSO UN PROVVEDIMENTO TECNICO PER I COMUNI Un provvedimento parallelo è atteso, entro questo mese, per i Comuni. Da quanto si apprende, infatti, il ministero della Pa riconvocherà a stretto giro un tavolo tecnico.