Oggi il premio "Una vita per l'Industria" conferito a Rino Liborio Galante dal presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese. Un riconoscimento importante, alla persona e all'imprenditore e scrittore, la cui azienda è molto presente in Sud America.
"In qualità di vicepresidente dell'Unione dei Consoli Onorari in Italia UCOI e Advisor della Fondazione Italia Giappone con sede al Ministero degli Affari Esteri sono particolarmente lieto di aver partecipato alla cerimonia", dichiara emozionato il dott. Mattia Carlin.

Rino Liborio Galante è un imprenditore di successo. Si muove ormai in ogni parte del mondo. A capo oggi della Metalgalante S.p.a., dopo che il suo titolare, negli anni ’70, aveva lavorato per sette anni alle dipendenze di un’azienda del settore, si mette in proprio con un successo sempre più crescente.

L’azienda è oggi leader nel campo delle autobetoniere e autocaricanti nel settore edilizio, con un quarantennio di esperienza e un bagaglio di competenze, presente in oltre 160 paesi tra Europa, Asia, Oceania, Sudamerica e Africa, collaborando, oltre che con piccole e grandi imprese edilizie, anche con istituzioni governative.

Questa sua avventura professionale e umana, adesso, Rino Liborio Galante l’ha voluta mettere nero su bianco, con la pubblicazione di un libro, che sbagliato sarebbe leggere solo come un libro autobiografico, ma è anche tanto altro. Il suggestivo titolo è “La forza dei sogni”, edito dalla Orsa edizioni di Modena, nelle cui pagine Galante scrive subito: “Venire al mondo in Sicilia e ritrovarmi con tutto il mondo davanti è stata la mia fortuna”.

La fortuna di avere genitori - soprattutto la madre - che, seppur benestanti, durante una vacanza presso parenti in Veneto, ritornano a Sommatino (Caltanissetta) e, in tre mesi, decidono che il loro futuro, e quello dei figli, è al nord, è in terra veneta. Sarà la fortuna di Rino Liborio Galante; che di questo ringrazia, nella dedica del libro, la madre scrivendo: “Se tu fossi ancora tra noi saresti orgogliosa di me”.

Il libro si potrebbe sintetizzare come la grande avventura, prima ancora che professionale, umana del protagonista-narrante, che ha imperniato la sua esistenza nella grande capacità di sognare e di realizzare, un passo alla volta, quei suoi sogni; certo anche aiutato da un pizzico di fortuna che non guasta mai nella vita, come egli stesso riconosce. Un uomo che è riuscito a creare dal nulla una grande e vincente azienda, presente oggi in ogni angolo del mondo.

Ma, nelle pagine di questo libro, la grande capacità dell’autore sta anche nel fatto di riuscire magistralmente ad allargare lo sguardo a settant’anni circa di storia e di vita italiana, il passaggio cioè dalla povertà del secondo dopoguerra al benessere del boom economico degli anni ‘60 e ‘70.                           

Oggi la Metelgalante si avvale anche del prezioso contributo dei due figli di Rino Liborio Galante, Massimiliano e Manuela; quest’ultima presidente dei giovani industriali di Confindustria di Venezia e Rovigo. Anche questo forse ha spinto l’autore, nonostante sempre attivo, a dedicare un po’ del suo tempo nel cimentarsi alla stesura di questo bel volumetto, avvalendosi anche del prezioso contributo di Paola Gelsomino, studiosa e analista di fenomeni sociali, non nuova ad esperienze di organizzazione aziendale e di scrittura.

Difficilmente capita di leggere un libro che, oltre a essere ben scritto, spinge a seguirne curiosamente le avventurose pagine. Leggere e scrivere di questo libro è stato per me un vero piacere perché, per molti aspetti, frugando tra gli angoli più nascosti di questa vita di successo, ho potuto conoscere anche tante altre cose e, soprattutto, Rino Liborio Galante, che gentilmente questa pubblicazione mi ha omaggiato per posta.

Lo conoscevo solo di vista, quando, qualche anno fa, generosamente, aveva voluto donare al suo paese di origine, Sommatino, il monumento agli zolfatari; oggi collocato nella piazza principale del paese. Mi ero fatto già allora un’idea positiva di lui: l’uomo di successo che non dimentica le sue origini. Oggi, leggendo il libro ne ho rafforzata conferma. Il suo ritorno ai luoghi d’infanzia trova ampio spazio in queste pagine.

È il ritorno alla Sommatino degli anni ‘50, quella di prima che partisse con la famiglia verso il Veneto e verso una nuova vita, quella del cinema Vittoria, dell’Arena Flora, proprio come nel film “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. Sono i luoghi, i profumi, le atmosfere che Rino Liborio Galante ha portato sempre con sé in tutti questi lunghi anni, in un piccolo posticino del suo cuore. Come a dire che i luoghi, prima ancora di essere fisici e geografici, sono mentali e spirituali e ognuno se li porta dietro al pari delle proprie cose più care, ovunque vada.