Insieme con il deputato Massimo Ungaro, ha recentemente inaugurato a Mannheim uno dei Comitati che, dopo la formazione di Italia Viva, stanno aprendo all’estero. Laura Garavini, eletta nelle liste del PD nel 2008, è alla sua terza legislatura, due trascorse alla Camera. Oggi, lasciato il Pd, è tra i 17 senatori passati a Italia Viva, mentre sono 29 i deputati che hanno seguito Matteo Renzi, tra questi, Massimo Ungaro e Nicola Carè eletti nella circoscrizione Estero.

Tra le motivazioni che hanno portato la Senatrice Garavini a lasciare il Pd, anche la riconferma "di un sottosegretario che sotto il Governo precedente con la Lega ha fatto molto male agli italiani all’estero, un sottosegretario di una forza politica concorrente. Perché con questa decisione sono state ignorate le richieste pressanti della base che aveva esplicitamente chiesto di non riconfermarlo." Un impegno a tutto campo, quello della Senatrice, a cominciare dalla lotta alla mafia iniziata nel 2007, prima ancora della sua elezione. In seguito alla strage di Duisburg, ha fondato "Mafia? No grazie" con il sostegno degli italiani in Germania: in sintesi, la più grande ribellione al racket fuori dai nostri confini.

A distanza di pochi mesi dalla scelta che l’ha portata a lasciare il Pd per Italia Viva, di cui è Presidente Vicario, è arrivato il momento di fare i primi bilanci. "È un bilancio senza dubbio positivo. Stiamo lavorando in maniera coerente con il nostro programma. L'azione di Italia Viva si sta concentrando su alcuni temi che riteniamo fondamentali per far ripartire lo sviluppo del Paese. A cominciare dal carico fiscale. Abbiamo scongiurato l'aumento Iva e ora stiamo lavorando affinché si aboliscano plastic tax e sugar tax, che rischiano di far scappare le aziende e perdere posti di lavoro. Poi, sulla scia delle buone prassi europee, in particolare del Nord Europa, stiamo favorendo il sostegno alla maternità attraverso le misure promosse dalla ministra alla Famiglia Elena Bonetti.

Grande attenzione poi all'ecologia e alle infrastrutture, con l'individuazione di oltre 150 milioni di euro da poter investire grazie al nostro Piano Shock in grandi opere e prevenzione del dissesto idrogeologico."

Quali i temi tratti, sempre da Italia Viva, di interesse dei nostri connazionali all’estero?

"Certamente Italia Viva si batte per dare maggiore centralità agli italiani nel mondo. E questo significa imporre alcune questioni specifiche agli alleati di Governo. Come fatto in sede di legge di bilancio dove siamo riusciti a ottenere il rifinanziamento del Fondo Cultura che era stato predisposto dal Governo Renzi. Risorse che si potranno investire nella valorizzazione della cultura italiana nel mondo, prezioso veicolo per il made in Italy e per il nostro export. L'impegno di Italia Viva ora è per arricchirlo e ampliarlo maggiormente, rendendolo strutturale per trasformarlo in uno strumento permanente, così come era stato originariamente pensato."

Recentemente ha inaugurato l’apertura del circolo Italia Viva a Mannheim, quali i prossimi appuntamenti all’estero?

"Italia Viva sta costituendo la sua rete in Europa e nel mondo. E registriamo con piacere l'adesione di tanti connazionali che hanno scelto di associarsi a questa nuova realtà. Di recente abbiamo inaugurato i comitati di Nizza, Colonia, Basilea, Darmstadt. Il 31 gennaio inaugureremo Winterthur, il 29 febbraio Zurigo, il 6 marzo Eindhoven, il 7 marzo Amsterdam. E ancora altri sono in via di definizione e saranno comunicati sulla mia pagina Facebook."

Fino a qualche mese si parlava delle elezioni per il rinnovo dei Comites ad aprile di quest’anno, poi la notizia del rinvio al 2021: qual è il suo pensiero?

"Il rinvio delle elezioni Comites non è dovuto a una mancanza di attenzione verso questo importante organo di rappresentanza. Si tratta di una misura che si è resa necessaria per evitare che la rete consolare, già sovraccarica, andasse in tilt. Dal momento che, certamente, si terrà il referendum confermativo sulla riforma costituzionale, l'idea che si tengano due tornate elettorali in contemporanea significherebbe mettere in difficoltà i consolati. Pertanto convengo anche io che sia meglio rinviare le elezioni in modo tale da non precludere ulteriormente la qualità dei servizi offerti".

di GIOVANNA CHIARILLI