Cioè quel che si agita, si sogna, si programma, si intravede, si immagina dopo il voto in Emilia Romagna. "Aprire in campo…". Dice giulivo perfino nelle gote Zingaretti. "Un campo di forze unito e unitario" Ma che lingua è, che vuol dire? Giornalisti già orfani 12 ore dopo che si è votato di una nuova campagna elettorale (come la politica, anche l’informazione sostanzialmente non sa far altro) discettano di rinnovato o almeno possibile "bipolarismo".

Campo di forze bipolare? Cosa è, fisica? Che significa questa nuova declinazione della supercazzola politica (di cui Zingaretti è maestro)? Sono successe e succedono alcune cose. Nell’elettorato. Nell’elettorato M5S che due anni fa (sembra una vita) era il 33 per cento dei votanti. Mentre M5S governava con Salvini, una quota di elettori M5S, giunti ad M5S da motivazione, culture, istanze di destra, decide via via di passare con Salvini. In fondo un passaggio coerente. Poi M5S comincia a votare col Pd e una parte degli elettori M5S, diciamo provenienti più o meno dalla sinistra, decide quando serve (Emilia appunto) di votare Pd.

Qui due voti su tre di quelli che erano voti M5S diventano voti Pd. Pd, iniezione elettorale M5S, da M5S. Sta nei fatti, sta nei numeri, può continuare. Ancora Zingaretti: "La balla delle subalternità, noi abbiamo linea diritta…". Di che parla? Parla di M5S (un po’ anche di Renzi). La subalternità è, sarebbe che Pd al governo con M5S fa quello che v uole M5S. Vedi quella cosa discretamente mostruosa dell’abolizione della prescrizione, vedi l’incapacità/impossibilità di essere seri e non demagogici nell’affrontare crisi, anzi drammi come Ilva, Alitalia… Zingaretti dice, anzi esulta: non c’è subalternità a M5S. E non ha tutti i torti. Perché l’iniezione M5S nel corpo Pd, iniezione di voti, trova il Pd di Zingaretti mica tanto lontano dalla cultura M5S. Il Pd non condivide il nulla fare in opere pubbliche e neanche l’inno all’incompetenza e neanche il pregiudizio anti impresa.

Ma su giustizialismo quasi ci siamo, su assistenzialismo ci siamo proprio e su debito pubblico come volano dell’economia (trascurando produttività e innovazione) ci siamo, anzi ci sono, in fotocopia. Pd, iniezione M5S. Iniezione di voti, iniezione di temi, obiettivi. C’era però un problema per cui l’iniezione non riusciva. In realtà c’è ancora: il cosiddetto populismo, l’essere M5S anti istituzioni, Parlamento, la natura diffidente dei cinque stelle verso lo Stato e la stessa democrazia rappresentativa. A rislvere questo problema si sono presentate le sardine. Che fanno da filtro.

Filtro al populismo M5S che non fanno passare se non in dosi omeopatiche. E filtro alla "delusione" eterna e congenita di certo elettorato di sinistra. Pd, iniezione M5S di voti e argomenti, sardine a far da filtro e depuratore alla pozione, campo vasto cioè legge elettorale proporzionale unito e unitario qualunque cosa voglia dire e magari questo schieramento guidato (non si sa bene perché) da Giuseppe Conte.

Questo è ciò che si immagina, si coccola, si inventa, si teme. Una domanda senza risposta: il Pd dopo iniezione M5S con filtro sardine e Conte premier cosa e chi sarebbe: Lazzaro risorto per mano del signore o Frankenstein assemblato con mostruosa ingegneria?

LUCIO FERO