Salta il festival del cinema di Cannes, il più importante in Europa, mentre Venezia per ora resta in cartellone. La settantasettesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera, si svolgerà al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2020, corona virus permettendo.

Il presidente della kermesse provenzale Pierre Lescure invece è chiaro: "L’appuntamento di Cannes a giugno nella sua forma tradizionale è cancellato". Dubbi anche su un eventuale slittamento in avanti. Da lì nasce l’idea di una collaborazione con i principali festival d’autunno d’Europa con la Mostra di Venezia in prima fila. Un progetto a cui ha aderito anche Robert DeNiro che si è fatto portavoce di una lodevole proposta chiamando a raccolta tutti i maggiori festival di settore. La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il Festival di Cannes, di Berlino, il Tribeca Film Festival, il Toronto International Film Festival, Sundance Film Festival sono stati invitati dall’attore italo-americano a pubblicare gratuitamente film, corti, documentari e tavole rotonde sui loro canali Youtube sotto le insegne "We Are One: A Global Film Festival" che avrà luogo dal 29 maggio al 7 giugno. Cannes e Venezia comunque già si parlano tra loro.

"Abbiamo iniziato le discussioni con il direttore Alberto Barbera e il mio omologo Roberto Cicutto della Mostra di Venezia — ha raccontato a Lescure a un quotidiano parigino — e soprattutto stiamo cercando di capire come: una grande apertura comune? Due, tre giorni in comune? Parteciperemo alla Mostra come vorremmo fare con altri festival tipo San Sebastian o Toronto?".

Se Venezia riuscirà a mantenere le sue date, il circuito dei festival del cinema eviterebbe il collasso, mentre le produzioni sono ferme ai box. La pandemia, infatti, ha portato a un brusco arresto di tutta l’industria del cinema mondiale. Non solo le sale cinematografiche sono chiuse, ma l’intera macchina lavorativa del settore è bloccata con troupe e produzioni di film, documentari, serie tv attualmente al palo. Fermo il festival di Cannes, previsto per fine maggio, rinviato a data da destinarsi, ecco la disponibilità francese a fare rete con le altre realtà festivaliere.

La presenza potrebbe concretizzarsi in anteprime o eventi speciali già programmati sulla Croisette. Questo porterebbe per la prima volta a un festival diffuso. "Se non sarà possibile prevedere un evento che riunisce migliaia di persone nello stesso luogo — spiega il delegato generale di Cannes, Thierry Frémaux, — meglio non farlo". A cancellare Cannes, nella sua storia, è stata solo la Seconda guerra mondiale e le contestazioni del Maggio francese. Frémaux confessa che preoccupazioni c’erano state nel 2003 per la minaccia della Sars e nel 2010 per l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull in Islanda, ma certo mai di queste proporzioni. Ai primi di giugno verrà comunque presentata la selezione dei film che avrebbero fatto parte di Cannes 73: "Vogliamo promuovere le opere magnifiche che abbiamo ricevuto da tutto il mondo, è nostro dovere aiutarle a trovare il loro pubblico" conferma Frémaux. Anche perché quella che sarebbe stata la kermesse francese è frutto di un a lunga selezione, ben 1.500 pellicole: molte hanno comunque deciso di uscire nelle sale senza attendere l’edizione 2021 di Cannes né hanno ceduto alla tentazione della piattaforma.

"Durante l’emergenza corona virus – spiegano i dirigenti di Cannes - i film hanno continuato ad arrivare, ma i mesi fondamentali per le scelte sono marzo e aprile e quindi avevano scelto solo il 20 per cento dei titoli". Dice Fremaux che i produttori e gli autori sono rimasti fedeli al marchio, tranne uno che, quando si è saputo che Cannes non si sarebbe tenuto a luglio, ha ritirato il film per darlo a Venezia. Quanto al presidente della giuria Spike Lee, promette che resterà fedele, qualunque cosa accada. E quindi Fremaux spera di averlo alla guida dei giurati nel 2021.

Anche perché il regista americano avrebbe presentato a Cannes, fuori concorso, "Da 5 bloods", film epico realizzato con Netflix, segnando la pace tra Festival e piattaforma dopo i dissidi degli scorsi anni. Si tratta della storia di un gruppo di afroamericani settantenni, veterani della guerra in Vietnam, che decidono di tornare nel paese dove avevano combattuto perché hanno un’ultima cosa da risolvere. Saltato Cannes ecco quindi nascere la rete festivaliera che metterà insieme, oltre a Venezia, anche Toronto, Deauville, Angoulême, San Sebastian, New York, Busan in Corea e persino al Festival Lumière a Lione. Peccato davvero perché sulla Croisette era attesi film di grande prestigio come "The French Dispatch" di Wes Anderson, "Tre piani" di Nanni Moretti e il cartone "Soul" di Pete Docter.

di MARCO FERRARI