Dal Parmigiano Reggiano ai prosciutti di Parma, dall’aceto balsamico al Lambrusco e ai salumi, sono tanti i prodotti dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, venduti e conosciuti sui mercati nazionali e internazionali. Un panorama che fa della regione che detiene il record europeo per numero di Dop e Igp, una delle capitali del gusto e dove il sistema delle imprese agroalimentari punta sempre più su internazionalizzazione ed export.

In occasione della visita in questi giorni in Emilia-Romagna di una delegazione del ministero degli Affari esteri guidata dal sottosegretario Manlio Di Stefano, l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha presentato alcune delle eccellenze in campo agroalimentare e dell’enogastronomia. La visita del sottosegretario proseguirà poi con incontri nei set- tori di design, innovazione, Motor Valley, Made in Italy. Tra gli appuntamenti di oggi, sempre con focus su export e internazionalizzazione, quel- lo con i vertici del Consorzio del Prosciutto di Parma e di Piacere Modena che raggruppa i principali consorzi di tutela delle Dop e Igp della provincia. “A seguito degli effetti dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 sul commercio internazionale – che ha rallentato in maniera considerevole le esportazioni – e in considerazione del mutato quadro internazionale- ha sottolineato l’assessore Mammi- occorre intervenire prontamente con progetti di rilancio a favore delle imprese e del sistema agroalimentare. Promuovere il made in Emilia-Romagna agroalimentare all’estero, anche attraverso la collaborazione di chef di fama, significa rafforzare la presenza sui mercati stranieri e conquistarne anche di nuovi.

Un’azione di ampio respiro, che si inserisce in un piano di internazionalizzazione che crede e investe sempre di più in un settore cruciale per l’economia e per la quale sarà necessario adeguare i servizi di accompagnamento e orientamento all’export ai nuovi modelli di business e al nuovo scenario internazionale, accelerando sia i processi di digitalizzazione a sostegno dell’export”.