Due mesi fa il Dr. Frank De Frank, presidente di UNICO National, la più grande organizzazione di servizi italo-americana negli Stati Uniti, un punto di riferimento presente sul territorio da quasi un secolo (è stata fondata nel 1922) ha scritto una lettera ufficiale: destinatari i funzionari dei governi locali e le forze di polizia. Con una richiesta accorata: l'assistenza per la protezione e la preservazione nelle loro municipalità dei memoriali dedicati a Cristoforo Colombo e, se necessario, anche l'aiuto per il restauro dei monumenti danneggiati e la ricollocazione degli stessi. "Indipendentemente dalle intenzioni dei manifestanti - si legge ancora - questa profanazione è umiliante, offensiva e irrispettosa per tutti gli italo-americani. Nel tempo Cristoforo Colombo è diventato il simbolo dell'esperienza, del patrimonio e dei contributi italo-americani agli Stati Uniti". Parole decise per cercare di fermare questa ondata che sta rischiando, con le statue, di travolgere anche una comunità che negli Stati Uniti è rappresentata da oltre 18 milioni di persone. "La maggior parte delle informazioni riguardanti Colombo - ha poi sottolineato - è storicamente imprecisa poiché trascura i molti aspetti positivi delle sue esplorazioni collocandole completamente fuori dal contesto temporale. Le sue conquiste come audace navigatore rimangono incontrastate ed è emblema dei milioni di immigrati e della loro ricerca di opportunità economiche, libertà religiosa e speranza per una vita migliore. Al mondo ha dato un mondo".

E dopo la missiva inviata in tutti gli Stati Uniti, il presidente di UNICO è intervenuto anche nel dibattito di 'Gente d'Italia'.

Presidente, Colombo deve restare il simbolo degli italo-americani o deve essere sostituito? "La nostra ovvia posizione ufficiale è di mantenere Cristoforo Colombo, le statue e tutte le altre positive rappresentazioni".

Ma perché, a parte rare eccezioni, le istituzioni USA non difendono più gli italo-americani? "Direi che diversi sono i motivi per i quali tante istituzioni statunitensi hanno abbandonato la difesa dei simboli legati a Colombo. Prima di tutto, negli anni, tanta disinformazione sulla vita e i viaggi di Cristoforo Colombo è stata perpetrata attraverso il nostro sistema educativo. Inoltre le 'questioni' di Colombo si sono recentemente intrecciate e integrate ad altri problemi sociali, politici ed economici degli Stati Uniti. Un'altra possibile considerazione è che forse in una certa misura noi italo-americani non siamo stati abbastanza appassionati ed espressivi per quanto riguarda l'orgoglio per il nostro patrimonio, la storia e la cultura italiana".

Come si deve rispondere e quali iniziative sta portando avanti la vostra organizzazione? "Cosa sta facendo UNICO a questo riguardo? Offriamo informazioni, supporto, suggerimenti alle nostre sezioni locali quando il problema si presenta nelle loro zone. Ma abbiamo lavorato congiuntamente ad altre organizzazioni italo-americane negli Stati Uniti. E si sono avviati anche contatti con un avvocato civilista. Ma proprio attraverso le consultazioni che abbiamo portato avanti con altre organizzazioni abbiamo potuto rilevare che le questioni relative alle statue di Colombo vengono meglio gestite dalle sezioni locali comunque con sempre l'assistenza dell'organismo nazionale. Crediamo che ci sia bisogno di una combinazione di vigilanza sul territorio, notifica tempestiva alle forze di polizia e funzionari governativi di quanto succede in aggiunta a un tentativo di rieducazione riguardo ai miti che circondano la vita di Colombo. Serve enfasi sulla sua storia sottolineando l'importanza per la comunità di ogni singolo monumento tutto questo assieme alla cooperazione con le altre organizzazioni italo-americane, in questo modo si è avuto il più alto tasso di successo".

ROBERTO ZANNI

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