È rinato a 33 anni, quando secondo Vangelo succede il contrario. Dico di Luis Suarez che dopo i due gol segnati con la fresca maglia dell’Atletico Madrid ha potuto cantare la propria gloria nella sua lingua, lo spagnolo, e non dire cose approssimative in italiano, tipo "io contento di segnare, io volere sempre vincere", che riportate testualmente su qualche giornale avrebbero scatenato le polemiche dei seguaci del politicamente corretto. Certo, se non avesse dovuto superare quell’esame idiota la sua parte alla Juve l’avrebbe fatta, il Dentone; e invece, secondo stile tutto italico, mentre lui se la gode a suon di gol noi saremo costretti a vivere e raccontate la telenovela giudiziaria che secondo me non appartiene al calcio: è il trionfo di una burocrazia razzista, nel senso che per certe normative che riguardano la concessione della cittadinanza italiana le razze sono due: i potenti e i poveracci. Per non dire i ricchi e i poveri.

Dicono a Roma: articolo Quinto, chi ha i soldi ha vinto. Avanti così. E dunque il trentatreenne Suarez ha fatto la sua parte da vecchio, così l’ha trattato il Barcellona, nonostante di questi tempi si dica "ragazzo" di un quarantenne, "giovane" di un cinquantenne. E lo collego all’impresa di Franck Ribery a San Siro contro l’Inter (come a quella, precedente di Ibra con il Bologna sempre su quel campo tornato ad essere terribile). Risultato a parte, l’esibizione di Ribery è stata da Grande Vecchio o ancor meglio da Fenomeno. Un allenatore spaventato dal vantaggio gli ha rubato una serata di gloria in un tempio del calcio: Iachini come un mister anni Sessanta ha tolto il Migliore e ha impiegato bassa forza per difendere il risultato, un assist perfetto per un Conte desolato che ha subito reagito a dovere: Vidal, Nainggolan, Sanchez, Sensi, tiè. E s’e pappato l’avversario, e la Viola è appassita.

Certi errori non si fanno. Così è importante impratichirsi dell’uso di ben cinque sostituti. Conte non ne ha sbagliato uno. E tuttavia vale la pena trarre un insegnamento dalla prova di Ribery: Franck il Terribile ci ha fatto vedere il calcio d’antan e dunque non schifiamo l’ingaggio di "vecchi" campioni che possono riportare il nostro campionato almeno a livelli di qualità anche se mancano i soldi. Non dirò mai di preferire i vecchi ai giovani, credo solo che i Maestri possono aiutare gli Allievi a crescere. Pensate a Dries Mertens, ancora in gol con il suo Napoli che ne ha fatti 6 al povero Genoa. Due di questi sono di Lozano che alla seconda stagione al fianco del belga sta prendendo la strada giusta. Ribery e Ibra (a proposito il Milan ha vinto a Crotone anche senza il suo "vecchio" e ha anche scoperto Brahim Diaz) affascineranno anche i ragazzini d’oggi come un tempo Rivera e Mazzola, Baggio, fino a Del Piero e Totti.

Bisognerebbe raccontare ai più giovani che magari si sono innamorati della favola di George Best, della sua genialità folle, della sua controversa avventura umana, che il più grande d’Inghilterra si chiamava Stanley Matthews, il Lord della Regina che smise di giocare a cinquant’anni. Non mi inserisco nel dibattito sui pensionati, dico solo che un tocco d’esperienza può aiutare una squadra a crescere. Vedrete…

Italo Cucci