Gli Stati Uniti stanno vagliando l'ipotesi di sanzionare le esportazioni di petrolio dal Venezuela, ma sono anche consapevoli dell'impatto che una mossa del genere potrebbe avere sul popolo del paese latino americano. A renderlo noto il segretario di Stato americano Rex Tillerson, in visita a Buenos Aires, in Argentina.

I TIMORI DELLE SANZIONI SULLA POPOLAZIONE
"La situazione in Venezuela sta peggiorando" ha detto Tillerson, secondo il quale "uno degli aspetti da tenere in considerazione, se adottiamo sanzioni petrolifere, è quello degli effetti che avrebbe sulla popolazione". Il segretario di Stato Usa è intervenuto in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo argentino Jorge Faurie, evocando in quella sede la possibilità di "vietare la vendita di petrolio (venezuelano) negli Stati Uniti". Ma "non fare nulla", secondo il capo della diplomazia di Washington, "sarebbe come chiedere al popolo del Venezuela di continuare a soffrire per un tempo molto lungo". Il petrolio è l'unica ricchezza del paese. "Consideriamo tutte le opzioni e in particolare, come compensare" l'effetto di eventuali sanzioni che sarebbero adottate, ha aggiunto Tillerson.

MADURO RESPINGE LA MINACCIA
A stretto giro, da Caracas, è arrivato la risposta di Nicolas Maduro. Il presidente del Venezuela, ha replicato all'ipotesi di un embargo, spiegando che il paese "è pronto ad essere libero". "L'Argentina - ha detto Maduro - ci ha appena minacciati con un embargo petrolifero. Siamo pronti". "Venezuela, lavoratori dell'industria petrolifera, siamo minacciati dall'imperialismo. Siamo preparati ad essere liberi e nessuno ci fermerà", ha chiosato Maduro citato dalla catena "Avn".

TILLERSON SARA' RICEVUTO DA MACRI
Tillerson, che oggi verrà ricevuto dal presidente argentino Mauricio Macri, aveva spiegato che dinanzi alla "distruzione" della democrazia in Venezuela era impossibile "rimanere a braccia conserte". Faurie, aveva a sua volta ricordato che il governo argentino "non riconosce il processo politico e la deriva autoritaria del Venezuela". Il ministro ha quindi detto che si "stanno valutando" possibili sanzioni, con l'attenzione a che non colpiscano il popolo venezuelano. "Il nostro disaccordo è con il regime del Venezuela, non con il suo popolo, che sta soffrendo", ha detto Faurie citato dall'agenzia "Telam".