Non solo con la valigia di cartone. Una volta, e si corre indietro nel tempo agli inizio del secolo scorso, gli italiani emigrati negli Stati Uniti, a New York non hanno solo, in buona parte, costruito con le mani e il sudore quella che oggi è la 'Big Apple', ma l'hanno anche progettata e disegnata.

Parlare dell'architettura made in Italy nella metropoli americana non rappresenta uno degli argomenti più di moda, anche se la storia potrebbe essere molto interessante e anche lunga, però quando s'incontrano progetti, realizzati, come quello recentissimo della 'Public Library in Elmhurst, Queens' ecco che l'architettura italiana a New York ritrova motivi validissimi per sbarcare in prima pagina. Una volta a New York c'era un architetto siciliano, Rosario Candela che, come raccontiamo a parte, fu capace, dagli anni Venti in poi di creare edifici di un lusso che ancora oggi catalizzano decine di milioni di dollari.

C'era una volta allora Candela, il cui grande lavoro intellettuale spesso viene dimenticato e c'è oggi Sandro Marpillero. Due architetti, ma prima ancora due emigranti. La storia di Marpillero diventa ancora più entusiasmante se si guarda alla sua ultima creatura, inaugurata alla fine dell'anno scorso. Una biblioteca per la quale si potrebbe usare la tanto utilizzata parola 'futurista' che poi si abbina sempre all'opera di un architetto. Ma in questo caso c'è qualche cosa di più.

Sandro Marpillero è nato a Tolmezzo, in provincia di Udine, ai piedi delle Dolomiti. Laureatosi alla Università di Venezia nel 1979, ha praticato la professione in Laguna e a Udine. Progetti commerciali e poi residenziali compresa anche la ricostruzione di un complesso pubblico danneggiato dal terremoto del 1976.

Poi l'incontro con l'America, una architettura che lo conquistò al punto di frequentare la Colombia's Graduate School of Architecture, Planning and Preservation, con una borsa di studio Fulbright. Poi diventato padre, decise anche di rimanere a New York City. Quindi docente, in diverse università, compresa la prestigiosissima Harvard dove ha incontrato la compagna della vita, ma anche della professione, Linda Pollak con la quale ha creato lo studio 'Marpillero Pollak Architects'. Marpillero poi nel 2013-14 ha fatto anche parte di una esibizione al MAXXI Museo di Roma, chiamata 'Erasmus Effect' dedicata agli architetti che avevano lasciato l'Italia per altri Paesi.

Un po' come Candela, ma anche come tanti altri contemporanei, nomi che hanno e continuano a fare la storia della architettura: da Paolo Soleri a Lina Bo Bardi, poi Renzo Piano, Massimiliano Fuksas e Benedetta Tagliabue. Se i lavori di Marpillero continuano a scrivere parti indelebili dell'architettura, ecco che l'ultimo progetto rappresenta un nuovo punto, non di arrivo, ma di partenza. La biblioteca pubblica di Elmhurts, Queens, mezzora da Manhattan, dal momento della sua inaugurazione, è infatti diventata immediatamente popolare tra la comunità. Non è difficile vedere, alla mattina, prima dell'apertura, la fila davanti alle porte. E il motivo è altamente valido. Si possono leggere libri in diverse lingue, non solo inglese e in quella zona del Queens, sono tanti coloro che hanno provenienze e origini una diversa dalle altre.

Questa è una missione speciale e che la biblioteca sente assolutamente propria e per raggiungere la quale Marpillero ha contribuito in maniera assolutamente unica. Infatti leggere in quella biblioteca non può essere paragonato con nessun altro posto. Infatti l'edificio è stato disegnato offrendo grandi spazi, con una grande e fantastica presenza di vetri che danno l'impressione di essere quasi sospesi su quanto c'è fuori.

In una delle zone più etnicamente diverse e complesse che si possono trovare a Queens, la biblioteca che porta la firma 'Marpillero Pollack Architect' rappresenta adesso un preciso punto di riferimento e non solo per l'aspetto visivo. "L'idea che una biblioteca possa essere un luogo bello e attivo - ha spiegato Jeb Jordan, American manager of Wellness & Health Promotion at Johnson & Johnson - contribuirà a mostrare ad altre città, grandi e piccole, cosa è possibile raggiungere e come il ruolo delle biblioteche possa continuare la transizione, affinché possano trasformarsi in uno spazio comunitario per tutti. Infatti la libreria progettata da Marpillero, posizionata in una location strategica, di fronte a una fermata della metropolitana, diventa un punto di attrazione con i suoi spazi esterni e una piazza aperta 24 ore al giorno che offre accesso WiFi a chi ne è membro.

All'interno poi non ci si limita al tradizionale prestito di libri, ma vengono ospitati programmi, come lezioni per adulti, ma anche di danza e incontri di discussione, facendo così della biblioteca un centro per la comunità, ma anche un luogo sicuro per tutti.