Diciannove anni dopo il drammatico omicidio del 20 maggio 1999, Sergio Mattarella ricorda Massimo D'Antona, il giurista freddato dalle Brigate Rosse: "Un serio riformatore, un uomo del dialogo, un'intelligenza al servizio del progresso civile, sempre attenta alle ragioni del lavoro".

Con queste parole il Capo dello Stato celebra la memoria di D'Antona, aggiungendo: "Lo colpirono con ferocia disumana, quando già il terrorismo rosso era stato sconfitto, isolato, e di fatto ridotto a bande di killer".

Da parte di Mattarella un elogio appassionato fatto determinata dall'opera "per un mondo del lavoro moderno e parte dello sforzo per la crescita del Paese, unita all'impegno per combattere le diseguaglianze".