Il governo è nato, evviva il governo! verrebbe voglia di esclamare.  E no, cari amici. Attenzione a lasciarsi prendere dai facili entusiasmi. Perché non sempre è tutto oro quel che luccica.  Scusate se ve lo diciamo in punta di penna, ma in questa telenovela lunga ormai quasi tre mesi, che ha accompagnato il travagliato parto dell'esecutivo Conte, c'è qualcosa che ci sfugge.  O almeno che sfugge a noi italiani che viviamo all'estero. 
Si è battagliato a lungo sul nome del premier incaricato, poi la bagarre si è scatenata, quasi all'arma bianca, sull'identikit dell'economista antieuro Paolo Savona indicato da Matteo Salvini al ministero dell'Economia.  Poi è stata al volta di Cottarelli, "mister spendig review", essere tirato in ballo nel vorticoso valzer delle nomine. 
Infine riecco spuntare, a sorpresa, il prof di Firenze (ma di origini foggiane), balzato nuovamente all'attenzione delle cronache, fino alla clamorosa investitura finale del Capo dello Stato.  Tutto bello, tutto giusto direbbe qualcuno. 
Mattarella ha sciolto la riserva e il nuovo governo giallo-verde ha potuto finalmente levare le ancore.  Signori si parte! I nuovi ministeri son fatti. Habemus governum!! Piano.  Perché qualcosa che stona c'è.  E ve lo diciamo papale papale: peccato che in tutto questo ambaradam di toccate e fughe, discese e risalite, nessuno abbia pensato ad istituire un Ministero per gli italiani all'estero che pure siamo la bellezza di cinque milioni e piú (non proprio bruscolini!).  Cinque milioni e piú, avete letto bene.  Cinque milioni e piú di connazionali di cui nessuno si cura, come se nemmeno esistessero.
 
Scusate se insistiamo, ma come si pretende che poi costoro parlino bene dell'Italia se vengono lasciati al loro destino?  Semplicemente dimenticati. Come sempre.....  Figli di un dio minore.  Ancora italiani eppure non più italiani.  Scaricati con buona pace di consolati e ambasciate che così possono fare quel che vogliono senza che nessuno dica o obietti alcunché.   Avrebbero potuto, Salvini e Di Maio rimettere in piedi quel famoso ministero "senza portafoglio"?  O gli italiani all'estero votano ma contano come il due di briscola? Perché nessuno degli ultimi eletti non protesta?  Rincariamo la dose.
 
Cosa ha fatto il Maie che pure è presente nei palazzi romani della politica?  Perché il Movimento Associativo degli Italiani all'estero non ha alzato la voce tirando per la giacca il duo Salvini-di Maio fino ad esortarlo a fare qualcosa anche per chi, con ancora in tasca la tessera d'identità e il passaporto tricolori, vive lontano dalla patria? 
Inutile.  Come se nemmeno ci fosse stato.  E' triste dover ricordare come l'unico che ha fatto realmente qualcosa (e lo fece con un tale Berlusconi, non proprio un premier dal polso debole) fu Mirko Tremaglia.  Nobiluomo d'altri tempi, cari amici.  Questi invece sì che sono da vacche magre...