Una banca dati che consenta ai cittadini di origine italiana che vogliono riacquistare la cittadinanza di ritrovare le proprie origini. E’ quella che ha creato l’associazione Mantovani nel Mondo, tra le promotrici del seminario di studi ‘Il futuro dell’Italia e il contributo delle giovani generazioni degli italiani’ che si è svolto alla Camera.

A Mantova, ha spiegato il presidente Daniele Marconcini, “abbiamo creato una banca dati con gli archivi di stato che consente ai cittadini di origine italiana che vogliono riacquistare la cittadinanza di ritrovare le proprie origini. Abbiamo in pratica indicizzato gli elenchi della leva militare dal 1870 al 1900, perché ci sono centinaia di migliaia di domande – soprattutto di discendenti italiani, in questo caso di origine lombardo-mantovana – in Brasile e in Argentina. Ma questo non è ‘procedurato’. Noi abbiamo dato una mano mettendo online questi dati, ma quando uno arriva in Italia molto spesso o è preda di personaggi poco chiari o è vittima di problemi di locazione e burocratici. Alcuni comuni hanno contingentato le richieste di cittadinanza e a volte bisogna magari attendere dai consolati la non rinuncia alla cittadinanza. C’è insomma un’ondata di oriundi che potrebbero venire qui e portare competenze e lavoro, ma tutto questo non è assolutamente considerato dalla legislazione”.

Noi, ha aggiunto, “abbiamo valutato che abbiamo almeno 100mila persone che hanno preso la cittadinanza che sono brasiliani di origine italiana arrivati nel nord Italia”. Da prendere in considerazione, secondo l’Associazione Mantovani nel Mondo, c’è “soprattutto il tema dell’università”: noi, ha spiegato, “dobbiamo assolutamente incentivare l’accesso alle università italiane e soprattutto favorire tutto quello che è promozione della lingua e cultura italiana. Negli anni Settanta avevamo almeno 70mila studenti stranieri in Italia, adesso la cosa si è ridotta al minimo termine, adesso ne avremo forse 10mila. Il problema è che quando viene uno studente deve avere facilitazioni o borse di studio, possibilità di accedere agli alloggi. Io stesso sono andato in Brasile per studiare architettura, dove sicuramente Milano non è seconda a nessuno: da lì però andavano in Finlandia”.

Infine, ha sottolineato Marconcini, “c’è il tema imprenditoriale. Noi vogliamo fare in modo che tanti imprenditori italiani, o oriundi italiani, possano fare degli investimenti anche in Italia, magari favorendoli. Come fa la Gran Bretagna. Bisogna creare un elemento in cui questa grande Italia, così tanto magnificata, possa aiutare la nostra piccola Italia che economicamente ha i suoi problemi”.

Quindi, ha concluso, “noi abbiamo tantissime risorse che potrebbero formarsi in Italia: penso ad esempio se venissero a formarsi per creare collegamenti con il food italiano. Abbiamo tante possibilità, a cominciare anche da settori in cui noi siamo bravi a livello innovativo. Non è che all’Italia manchino punte di eccellenza: il problema è che l’Italia è formata soprattutto da piccole e medie imprese che faticano a fare sistema. Avere referenti all’estero di origine italiana può favorire l’industria italiana stessa”.