"Alcuni strumenti sono stati sperimentati con successo in questi anni. Penso alla stampa e all'editoria in lingua italiana all'estero, per la quale è indispensabile il sostegno pubblico. Penso alle traduzioni, alla produzione di contenuti audiovisivi, in cui può utilmente giocare un ruolo la Comunità Radiotelevisiva Italiofona".

Grazie Presidente Mattarella.

Le Sue parole a favore della stampa e dell’editoria in lingua italiana all’estero, sottolineano come sia fondamentale sostenere quei giornali che quotidianamente raccontano il Belpaese a tutte quelle persone che, volenti o nolenti, vivono all’estero.

Il Suo intervento nel corso degli “Stati Generali della lingua italiana 2018” è arrivato in un momento delicato per la democrazia del nostro Paese, dove parte della maggioranza di governo (leggasi MoVimento 5 Stelle) cerca in tutti i modi di “silenziare” i media, eliminando i contributi pubblici alla piccola editoria e di conseguenza colpendo non solo la libertà di stampa, ma anche di critica e di espressione. Dimenticando che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto o ogni altro mezzo di diffusione (Costituzione dixit).

Grazie Presidente.

La voce del garante della Repubblica Italiana a favore di un settore in crisi da anni, ci dà quella spinta necessaria a continuare a lavorare per i nostri soli committenti: i lettori, cui dedichiamo anima e corpo, raccontando la realtà dei fatti.
Una realtà che a volte è anche brutta da raccontare e che per questo fa paura.
Non alla gente, bensì ai poteri forti che preferiscono mandare al macero i giornali piuttosto che dedicarsi a un confronto nel nome della democrazia.

Troppo facile “decidere” di stoppare l’informazione dei giornali: con un semplice click da parte dei governanti italiani, c’è davvero la possibilità di mandare all’aria un pezzo fondamentale della vita pubblica, come quello di potersi informare liberamente, con i media che preferiscono.

Nel nome del sacro pluralismo: una parola bella, che dà una sensazione di libertà. A differenza del vocabolo centralismo, che evidentemente dà l’idea di qualcosa di più… compresso.

Grazie Presidente.

Per il Suo essere sempre vicino al popolo, non solo quello residente in Italia, ma anche a quello che vive all’estero.
Ricordiamo ancora con un’immensa gioia la sua visita, qui, a Montevideo, e resta per noi una medaglia attaccata al petto l’aver premiato il nostro giornale.

“Sono lietissimo di consegnare questo simbolo per ringraziare del grande contributo che la testata 'Gente d'Italia' fornisce al rapporto affettivo, culturale di conoscenza economica di collegamento con l’Italia, è un lavoro, un’opera di grande importanza per due ragioni. Primo, perché la stampa è un elemento fondamentale della libertà, della democrazia e chi collabora a un giornale conferisce a tutta la collettività un grande contributo che rassicura, che garantisce la circolazione delle idee, garantisce la conoscenza degli avvenimenti, consente che si svolga un giudizio e quindi garantisce il sostegno la libertà e la democrazia, e in secondo luogo perché questo lavoro viene svolto per tenere il collegamento intensamente alto con l’Italia. Di questo ringrazio molto il direttore Mimmo Porpiglia e tutto il corpo redazionale che vi lavora. Grazie molto per quello che fate. Auguri”.

Questa la motivazione con la quale il Capo dello Stato decise, appunto, di premiarci.
Parole che oggi come oggi assumono ancora più valore.

Grazie Presidente.